Coronavirus, buoni spesa in vendita: in Puglia i furbetti vengono denunciati

La denuncia del sindaco di Gravina di Puglia: “Mando in galera i furbetti che rivendono i buoni spesa”

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Alessio Valente, sindaco di Gravina di Puglia, intervistato da Francesco Vecchi a Mattino Cinque, ha lanciato l’accusa contro quei furbetti che prendono dal primo cittadino i buoni spesa per poi rivenderli a prezzo inferiore. Le parole di Valente per gettare luce sulla situazione.

Valente spiega come loro abbiano anticipato il governo nell’attuare il provvedimento dei buoni spesa. “Noi abbiamo anticipato quello che è stato il provvedimento del governo. Già il 19 marzo abbiamo incominciato a distribuire questi buoni per prodotti alimentari di prima necessità”.

Inizialmente, per richiedere il buono bastava presentare una autocertificazione: “Per richiedere il buono basta una autocertificazione, siccome parliamo di un momento storico nel quale bisogna dare subito una risposta alle fasce meno abbienti, facevamo questo buono nominativo”

Poco dopo, la triste scoperta: “Abbiamo avuto sentore che qualcuno per ricevere contante rivendeva il buono ad un prezzo inferiore del valore intrinseco del buono stesso. Appena ce ne siamo accorti abbiamo subito cambiato la modalità di erogazione del buono prevedendo per l incasso l’allegazione del documento di identità e quindi abbiamo subito evitato questo problema”.

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La rabbia del sindaco nasce perché i furbetti hanno lucrato su un progetto di solidarietà

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“Per fortuna sono casi isolati”, ha chiarito il sindaco Valente. Poi la promessa per questi subdoli criminali: “Siccome io parlo in maniera trasparente, ho detto chiaramente come andavano le cose: ho detto che gli mando in galera.

Il sindaco e il suo Comune hanno lanciato un progetto solidale per tutte le persone del territorio che hanno difficoltà a fare la spesa. “Noi abbiamo anche un progetto alternativo dove raccogliamo donazioni di spesa. Lo chiamiamo ‘Dona la spesa’. È un progetto parallelo dove i privati, i cittadini comuni si propongono  di comprare la spesa per un indigente. Come funziona? Un indigente si prenota e noi lo mettiamo in contatto con un altro cittadino che gli fa la spesa”.

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“La rabbia nasce proprio dal fatto che di fronte a tanta generosità ci sono due o tre casi che fanno questi atti illeciti e vanno stigmatizzati”, ha concluso.

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