Come funziona l’affidamento dei figli in questo periodo di quarantena?

Quali sono le principali regole comportamentali a cui i genitori separati devono attenersi in questa fase caratterizzata dal coronavirus? 

Figli affidamento quarantena
Fonte Pixabay

Uno dei nodi di maggiore interesse da sciogliere nei prossimi giorni, laddove la quarantena dovesse protrarsi ancora per un po’ è quello relativo all‘affidamento dei figli delle coppie separate. Un caso che ha alimentato non poche polemiche nelle ultime settimane, visto che la permanenza forzata a casa non ha permesso ai bambini di vedere il genitori con cui non vivono stabilmente (nella maggior parte dei casi il padre).

Almeno adesso i piccoli potranno distrarsi un po’ con piccole passeggiate nei pressi della loro abitazione, naturalmente in compagnia di uno dei due genitori. Cosa succederà invece per quanto concerne l’affido? Gli avvocati sono al lavoro in tal senso, anche perché le richieste volte a trovare una soluzione sono aumentate vertiginosamente. Reazioni più che comprensibili da parte di persone che già devono accontentarsi di un paio di incontri settimanali e che nonostante la situazione surreale, non vorrebbero (giustamente) perderli.

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Coronavirus, come dovranno comportarsi i genitori per l’affidamento dei propri figli?

Coronavirus, famiglia
Padre e figlio (Fonte Pixabay)

Bisogna partire dal presupposto che il Decreto dell’8 marzo 2020 (articolo 13) prevede un’eccezione proprio per i genitori non collocatari, i quali possono spostarsi per andare a prelevare i propri figli. Naturalmente ci sono casi e casi e soprattutto distanze da considerare. Spesso capita che i genitori vivano a chilometri di lontananza o addirittura in regioni diverse. Il decreto non fa distinzioni, per questo gli avvocati hanno ruolo di estrema importanza.

Gli studi legali stanno infatti lavorando per far prevalere il buon senso, anche se non è affatto semplice mettere d’accordo tutti. Infatti tra le richieste più pressanti ci sono quelle dei padri desiderosi di vedere i propri figli e quelle delle madri preoccupate per l’incolumità dei figli e che quindi vorrebbero vietare questo genere di spostamenti.

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Alla fine ognuno ha agito in base al proprio istinto. C’è chi ha sospeso gli incontri per evitare contagi optando per le videochiamate e chi invece si è spinto in altre regioni perché proprio non voleva rinunciare a vedere i figli. Entrambe le scelte hanno i loro giusti motivi, ma per mettere un punto alla questione, molti avvocati hanno deciso di varare delle regole da seguire. Eccole nel dettaglio:

  • Valutazione distanza geografica. Nel caso superi i 30 chilometri, è sconsigliato recarsi presso l’abitazione del genitore dove vivono i figli;
  • Acquisire informazioni sul nucleo familiare del genitore non collocatario. In caso di presenza in casa di anziani, è meglio lasciar perdere, onde evitare contatti potenzialmente contagiosi;
  • Acquisire informazioni sull’abitazione del genitore che non vive con i figli. Laddove si tratti di un locale di piccole dimensioni in cui sono presenti anche altre persone, sarebbe difficile mantenere le distanze di sicurezza e quindi non è propriamente consigliato;
  • Se il bambino ha meno di 5 anni, è bene evitare spostamenti a prescindere;
  • Se il genitore non collocatario ha avuto contatti con persone affette da sintomi riconducibili al Covid-19 è assolutamente sconsigliato ogni genere di incontro (ma in questo caso lo si “dovrebbe” capire da soli).

 

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