Coronavirus, dottor Jessen accusa l’Italia, Immobile sbotta e lo insulta

Secondo il medico inglese Christian Jessen gli italiani stanno utilizzando la scusa del Coronavirus per non lavorare. Secca la risposta dell’attaccante della Lazio Ciro Immobile 

Christian Jessen, Coronavirus
Christian Jessen (Fonte Instagram)

In questi giorni decisamente complicati per l’Italia a causa della situazione coronavirus, non sono mancate le polemiche, soprattutto all’estero dove probabilmente non hanno ancora ben recepito la gravità del problema. In particolar modo hanno fatto parecchio rumore le dichiarazioni rilasciate a Furbar Radio da parte del medico inglese Christian Jessen, secondo cui il Covid-19 è solo un pretesto per il popolo italiano per fare una “lunga siesta”.

Un’accusa davvero grave se si pensa ai dati dei morti e dei contagiati in continuo aumento. Eppure, il dottore famoso per la conduzione del programma inglese “Malattie imbarazzanti”, nonostante i suoi numerosi titoli (laurea in medicina e chirurgia alla University College di Londra, con particolare attenzione allo studio di HIV e Malaria) ha rincarato la dose affermando che si tratta di una semplice influenza e di un’epidemia vissuta più dalla stampa che nella realtà.

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Coronavirus, la risposta di Immobile al dottor Jessen

Immobile stories
Stories Immobile risposta a Jessen

In queste ore sono piovuti insulti (giustificati) da parte degli italiani all’indirizzo del medico britannico. Su tutti spicca quello dell’attaccante della Lazio Ciro Immobile, che di certo non gliele ha mandate a dire. Il numero 17 biancoceleste ha deciso di rispondere a tono a Jessen con una stories su Instagram dal contenuto forte e per certi versi poco edulcorato, ma che in questa circostanza è quanto mai appropriato.

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“Vallo a dire ai parenti delle persone morte o ai malati che lottano…testa di c…o”, scrive nella parte superiore della sua stories. Nella parte bassa si lascia invece andare ad uno sfogo, che probabilmente rispecchia quello di tanti italiani: “Te lo dico col cuore…vai a cag…”. Non è la prima volta che un paese europeo minimizza o gioca su questa situazione. La vignetta francese ad esempio aveva destato scalpore e sdegno, adesso il dottore anglosassone. Chi sarà il prossimo?

 

 

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