Pensioni, blocco indicizzazioni: quanti soldi hanno perso gli italiani?

L’instabile situazione dei governi negli ultimi anni ha avuto degli effetti deleteri sulle pensioni degli italiani. Nel dettaglio, ecco i numeri di questa incresciosa situazione

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Inps, rivalutazione pensioni 2020

Le pensioni sono ormai un vero e proprio problema in Italia. Per svariati motivi, mensilmente i cittadini italiani che dovrebbero solo godere di ciò che hanno seminato durante la loro vita lavorativa. Nel mese di gennaio il disguido si era venuto a creare a causa di un errore dell’Inps.

Stavolta come reso noto dal sindacato UIL, l’incongruenza è dovuta a degli errori piuttosto marchiani degli ultimi governi inerenti alla rivalutazioni delle pensioni. Gli assegni previdenziali in base al bonus Poletti, dovrebbero essere rivalutati in base alla variazione annua dell’indice dei prezzi sul paniere FOI (Famiglie di operai ed impiegati). La realtà dei fatti però è ben diversa,  visto che i vari esecutivi che si sono avvicendati negli ultimi anni, hanno reso meno vantaggiose le condizioni dei pensionati italiani.

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Pensioni, ecco il dettaglio sulle cifre perse dai cittadini italiani

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Nello specifico, l’ultima modifica della normativa in materia e quindi attualmente in vigore, è quella stabilita del governo Lega-Movimento5S. Sono stati ridotti i tassi di indicizzazione per coloro che percepiscono dai 2000 euro mensili in su. Dunque potranno godere della piena rivalutazioni solo i soggetti che non raggiungono la suddetta cifra. Si tratta di un provvedimento preso contestualmente con quello relativo alla quota 100, che ultimamente sta iniziando a vacillare.

Analizzando la questione in “soldoni” in base ai blocchi apportati negli ultimi nove anni, su una pensione lorda mensile di 1500 euro sono stati riconosciuti circa 75 euro in meno. Se si considera questo importo su base annuale si giunge a più di 1000 euro non percepiti. Naturalmente più si sale e più la situazione è “drammatica”. In virtù di questo quadro alquanto ingiusto, c’è stato un incontro tra sindacati e Ministero del Lavoro per cercare di ristabilire la situazione a partire dal 2021. L’idea è quella di tornare nuovamente ad un sistema senza limiti e che si basi solo sul rapporto tra pensioni e variazioni dei prezzi.

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