Non è stata meningite ma un’infezione fulminante

A seguito dell’autopsia si scopre che non è stata la meningite ad uccidere la studentessa di Villongo. Tanti gli interrogativi senza risposta della madre, ecco la risposta dell’ospedale

Veronica Cadei, meningite fulminante
Veronica Cadei (Facebook)

Ribaltata la diagnosi di Veronica, la studentessa di 19 anni morta in ventiquatt’ore dopo un malore alla testa e al collo che aveva accusato mentre stava frequentando una lezione all’Università. “Non è stata meningite, ma una infezione generalizzata fulminante non prevedibile. Il liquor era pulito e le meningi intatte. Il batterio all’origine di questa infezione è il meningococco di tipo C” fa sapere il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Gianmarco Trivelli.

Il sostituto procuratore Lorena Ghibaudo, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, in seguito all’autopsia eseguita nella mattinata di ieri, ha firmato il nullaosta alla sepoltura. “Domani Veronica torna a casa”, il commento della madre della ragazza. Attesi per lunedì i funerali, che verranno celebrati alle 14.30 a Villongo, nella Bergamasca.

Veronica non è morta di meningite: gli interrogativi della madre e la risposta degli Spedali Civili

“Da parte nostra stiamo comunque rivedendo, unitamente ai professionisti interessati, il percorso della paziente sotto i diversi profili clinico-assistenziale, organizzativo, documentale e relazionale”, è quanto si legge in una nota della direzione degli Spedali civili. “Anche tutti noi, come i familiari, di fronte a un così tragico evento, non possiamo non porci la domanda se avremmo potuto fare qualche cosa di più o di diverso per impedire la morte della giovane. Allo stato attuale delle conoscenze e sulla base dei primi approfondimenti esperiti resta la diagnosi di choc settico originato da Neisseria Meningitidis di Gruppo C, non esitata in evidenza clinica di meningite, e appare che la sequenza degli interventi effettuati è stata completa e adeguata”.

“Ci avevano detto che era una gastroenterite acuta e ora chiedo di sapere come si è arrivati alla morte di mia figlia. Si poteva evitare o doveva finire così?” questi gli interrogativi della madre della ragazza, che era riuscita a parlare con la figlia l’ultima volta lunedì sera in ospedale.

“Poi al mattino alle tre ci hanno chiamati per dire che il quadro era peggiorato e alle sette del mattino Veronica aveva smesso di vivere”. Nessuna esitazione da parte del direttore generale del Civile di Brescia Gianmarco Trivelli che replica: “Abbiamo fatto quello che c’era da fare. È un dramma perdere una figlia di 19 anni. Siamo a disposizione della magistratura”.

 

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