Confessione shock di Daniele Bossari a Verissimo: il mio male oscuro

Daniele Bossari a Verissimo parla del dolore che ha attraversato a causa della depressione e della dipendenza dall’alcol raccontando da dove tutto è iniziato e come ne è uscito

Daniele Bossari libro
Daniele Bossari con in mano in suo libro (Fonte: Instagram di Daniele Bossari)

Come tanti artisti, anche Daniele Bossari nella sua vita ha dovuto fare i conti con la depressione. “E’ stato un lento scivolare tra le pieghe dell’anima. Talmente lento che non me ne sono accorto. Così i miei occhi si sono abituati all’oscurità”: è così che inizia il libro di “La faccia nascosta della luce” che parla dei momenti bui attraversati dall’artista.

Dietro la spensieratezza, l’esplosività e i sorrisi di Daniele si celava un buio profondo dovuto ad un male di cui si fa spesso fatica a parlare ma che in molti hanno avuto ed hanno purtroppo occasione di conoscere da vicino: la depressione. Questo nemico subdolo, che ti mangia l’anima può avvicinarsi in silenzio ed attaccare di nascosto. Ad accendere la miccia può essere qualcosa che viene dall’esterno, una critica che non si ha la forza di sopportare.

“Un giudizio di un grande critico televisivo, nel 2002 mi ha fatto a pezzi, perché diceva che la bellezza dell’asino svanisce e che io ero una nullità che non lasciava alcun segno”. Da lì nasce un fortissimo senso di inadeguatezza lo porta a chiudersi in se stesso: “E’ stato un processo lento. Mi sono trovato in un oblio totale”.

Il “problema” si fa ogni giorno più grande, incidendo fortemente sulle sue abitudini, impedendogli di vivere:

“Ho cominciato a non voler dormire per paura dei miei fantasmi e dei vampiri, non riuscivo ad andare a letto presto, dovevo tenere la luce accesa. Andavo a letto quando la mia famiglia si alzava”.

Divorato dai sensi di colpa, cercava comunque di svolgere con attenzione il suo ruolo di padre: “Nelle ore di luce cercavo di mantenere il controllo per mia figlia, tutto quello che potevo fare per lei l’ho fatto”.

Ma quando arrivava la notte Daniele entrava nella sua realtà parallela, fatta di ricerche di mondi oscuri, attraverso letture sull’esoterismo e di alcol, tanto alcol: “Sono arrivato anche ad una bottiglia e mezza di whisky al giorno… mi sono ritrovato anche a strisciare perché non riuscivo a camminare”, confessa.

Poi racconta di quando per la prima volta è stato raggiunto da un attacco di panico:

“Avevo messo gli aculei, mi ero chiuso… Non andavo più a nessun appuntamento mondano, non volevo che mi facessero fotografie, perché ero sfatto, gonfio, abbruttito… Invece quella sera sono uscito e: musica alta, persone compresse in un unico ambiente, ha cominciato a mancarmi l’aria, ho cominciato ad annaspare, ho sentito il cuore che iniziava a battere fortissimo, pensavo che mi fosse venuto un infarto”.

E da lì il passo successivo è legato al pensiero del suicidio, che si faceva sempre più pressante: “A un certo punto, visto che non riuscivo a trovare una soluzione, ho cominciato a pensare di eliminarmi. Ho pensato: forse la cosa meno dolorosa di tutti è uscire di scena. Me ne vergogno adesso, bisogna avere un rispetto nei confronti di chi non è riuscito a superare questo momento e lì si è fermato… Iniziavo ad immaginarmi come, i dettagli”.

Poi racconta di quando, per lavoro, mentre registrava la trasmissione “Misteri” ha avuto un incontro con persone affette da diversi tipi di dipendenza e di come si articola la dinamica del suicidio: “In quel periodo nella trasmissione “Misteri” avevo fatto una puntata in una clinica per le dipendenze. Le dinamiche sono sempre le stesse. Mi raccontavano i pazienti che si ritrovavo a un certo punto a meditare sul suicidio e poi nel momento di crisi più acuta c’è un risveglio: io quel risveglio l’ho avuto nelle medesime modalità”.

“Una sera, pioveva, ero da solo a casa, a un certo punto è suonato l’allarme. Impanicato, sono uscito per controllare e non c’era nessuno. Difronte a casa mia c’era un cantiere ed io lì, con la pioggia, in uno stato di confusione ho scavalcato e mi son trovato in bilico su una trave che era sufficientemente alta per farmi molto male. Lì ho capito che stava per diventare reale: la morte. E’ lì che ho sentito un urlo uscire dal più profondo della mia anima”.

E’ stato quello il momento in cui si è reso conto di poter soltanto risalire: “E’ scattato qualcosa in me. Da quel punto c’è stata tutta la ricostruzione fino ad oggi… Mi hanno aiutato le persone che mi erano vicine, la famiglia, Filippa, lo psicologo, ma, se non scatta qualcosa nella persona non c’è scampo: deve scattare dentro di te quel desiderio lì. Probabilmente era paura”.

Daniele Bossari a Verissimo: la luce in fondo al tunnel, ma il male resta

Daniele Bossari con Fiilippa Lagerback
Daniele Bossari in compagnia della moglie Fiilippa Lagerback (Getty Images)

Daniele ci lascia un grande insegnamento di vita: “Ho capito una cosa fondamentale, che noi in ogni istante scegliamo la nostra vita, scegliamo chi siamo. Puoi chiamarla fede, religione, fisica quantistica, ognuno ha la sua strada. Ma la realtà è che tu con i tuoi pensieri proietti la realtà, che si riflette. Se tu con i tuoi pensieri ti concentri sull’aspetto negativo, distruttivo, quello che ti circonda attorno sarà altrettanto distruttivo: vedrai solo quell’aspetto lì della vita. Invece il segreto è molto semplice perché funziona, è istantaneo e fa bene a tutti. E’ quello di alimentare la testa con cose belle, pulite… mantenendo una pacatezza, guardando la propria famiglia… Io ho cercato di mettere insieme i picchi di gioia che ho vissuto, che sapevo che erano veri. Cominciando da mia figlia, le cose belle, le gioie della vita. Mettendo insieme questi pezzi, ho cominciato a creare una fiammella e mi sono concentrato su queste cose. Piano piano: la luce“.

Però questo viaggio nel mondo degli inferi non è stato a costo zero per Daniele, che ancora oggi porta dietro dei segni di tutto questo profondo dolore di esistere, ma li porta con orgoglio, consapevole di aver finalmente trovato gli strumenti per combattere questa “nebbiolina” quando si avvicina.

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