Dispersione scolastica, al sud numeri allarmanti

In generale in tutto lo stivale la situazione riguardante la dispersione scolastica è abbastanza critica. Solo in alcune aree i dati rientrano nei canoni stabiliti dall’UE

Dispersione scolastica
Dispersione scolastica

Il fenomeno della dispersione scolastica è piuttosto radicato nel nostro paese. L’Unione Europea ha posto l’obiettivo per il 2020 di abbassare la soglia al di sotto del 10%, ma al momento in Italia la situazione è davvero critica.

Contestualmente negli anni è nato un altro tipo di piaga inerente l’istruzione, quella della dispersione implicita, ovvero di ragazzi che nonostante non abbiano abbandonato, “non imparano” adeguatamente. I dati raccolti da Roberto Ricci, responsabile nazionale prove Invalsi, pubblicati nell’editoriale “La dispersione scolastica implicita”, la dicono lunga in tal senso.

L’area più falcidiata è il sud, dove le percentuali sono decisamente imbarazzanti. Si parte dal 31,9 della Campania e si arriva al 37,4 della Sardegna. In mezzo la Calabria con 33,1% e la Sicilia il 37%. Praticamente nel mezzogiorno 1 giovane su 3 non è capace a svolgere compiti piuttosto comuni come leggere per bene, effettuare dei calcoli e comprendere discorsi base in lingue straniere.

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Dispersione scolastica: la situazione nel Nord Italia

Salendo più su oltre la Pianura Padana il quadro assume connotati migliori, ma comunque non soddisfacenti. Eccetto la provincia di Trento e il Veneto che sono riuscite a mantenere la quota al di sotto del 10%, dalle altre parti la dispersione scolastica implicita varia dal 15% al 20%.

Dunque, carenze che fanno crollare un po’ tutto il sistema scolastico italiano, in quanto i ragazzi arrivano alle superiori con un livello non adeguato di conoscenze. Sarebbe bene capire cosa e come cambiare per invertire il trend negativo.

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