Il Comitato di Bioetica si esprime per la prima volta sul suicidio assistito

Il Comitato Nazionale di Bioetica per la prima volta ha espresso un parere ufficiale sul suicidio assistito a partire dal caso di Dj Fabo.

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Il Comitato di Bioetica si esprime per la prima volta sul suicidio assistito (Pixabay)

Questa mattina il Comitato Nazionale di Bioetica ha pubblicato il parere sul suicidio medicalmente assistito che è stato approvato nel corso della Plenaria del 18 luglio. Il documento ha lo scopo di riflettere su un tema difficile con la consapevolezza che sia all’interno del comitato che nella società vi sono opinioni difformi e contrastanti.

La questione dell’aiuto al suicidio è una delle più controverse del nostro paese e presenta una serie di sfaccettature per cui le singole situazioni incidono molto nel momento in cui ci si chiede se esiste il diritto alla morte. Nonostante l’opinione dei membri del comitato non sia stata unanime, nel documento si afferma che il suicidio assistito “si distingue dall’eutanasia perché in questo caso è l’interessato che compie l’ultimo atto che provoca la sua morte”.

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Il Comitato di Bioetica si esprime sul suicidio assistito: il caso di Dj Fabo

La riflessione del Comitato sul tema del suicidio assistito parte dall’ordinanza n. 207/2018 della Corte Costituzionale che si esprimeva sul caso di Marco Cappato e sulla sospetta illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del codice penale che recita così: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. […] Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata ” è minorenne o inferma. Marco Cappato è sotto accusa per aver agevolato il suicidio di Antoniani Fabiano (meglio noto come Dj Fabo), cieco e tetraplegico a seguito di un incidente stradale. Mentre si è in attesa della sentenza di settembre, il presidente del Comitato Nazionale di Bioetica Lorenzo d’Avack ha dichiarato che il parere pubblicato “non è un’apertura al suicidio assistito, ma vorrei che fosse un utile strumento, molto documentato, che possa aiutare il legislatore a prendere decisioni. Abbiamo voluto fare chiarezza ed esporre tutti gli argomenti, pro e contro“.

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