L’equipaggio della Sea Watch attacca la Guardia di Finanza: “E’ stato un comportamento irresponsabile”

L’equipaggio della Sea Watch muove pesanti accuse alla Guardia di Finanza, contestando il loro operato.

Sea Watch Guardia di Finanza
I membri dell’equipaggio della Sea Watch contro i finanzieri speronati (Fonte Foto Instagram)

La vicenda della Sea Watch ha monopolizzato le ultime giornate. Infatti la nave con a bordo dei migranti capitanata dalla tedesca Carola Rakete ha deciso di sbarcare nel territorio italiano nonostante il decreto Salvini. Il capitano della nave aveva chiesto aiuto alla Corte di Strasburgo ma questa gli aveva negato lo sbarco non reputando che ci fossero condizioni così gravi da permetterlo. La donna però era di tutt’altro parere e, dopo che a bordo della nave erano saliti dei parlamentari del PD per portarle il proprio sostegno, ha deciso di aggirare il blocco posto dalla Guardia di Finanza. Dopo uno scontro con la nave con a bordo i finanzieri, sulla quale sono da chiarire le dinamiche, i migranti sono stati fatti sbarcare mentre Carola è stata arrestata per “resistenza o violenza contro una nave di guerra”. La donna è stata poi portata ai domiciliari a Lampedusa in un domicilio da lei scelto. Dall’UE, a cui di recente si è indirizzato il premier Conte, nessuna solidarietà anche questa volta.

Sea Watch contro la Guardia di Finanza: “E’ stato un comportamento irresponsabile”

Nel frattempo su web si sono divisi quelli a favore di Carola. La Rackete si è giustificata per aver aggirato il blocco dicendo che era preoccupata che la vicenda non si sarebbe risolta a breve e che ci potessero essere dei gesti inconsulti da parte dei migranti. Ha quindi deciso di compiere un’azione rischiando lei il carcere. Si è scusata con i finanzieri per l’incidente ma a molti le sue scuse paiono finte. Infatti dai membri della nave arriva un attacco alla Finanza per avere bloccato una nave “che non minacciava o bombardava l’Italia” e li hanno anche accusati di non essere intervenuti contro chi li insultava. Sulla vicenda è intervenuta il ministro Trenta.

T.F.

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