Arrestato Michel Platini per corruzione

Michel Platini (Getty Images)

E’ stato arrestato per corruzione, nell’ambito dell’inchiesta sull’assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar, l’ex stella del calcio francese Michel Platini

Michel Platini, l’ex roi del calcio champagne francese nonché ex Presidente della Uefa, secondo quanto riferiscono i media francesi, è stato fermato dalla polizia di Nanterre per essere interrogato su presunti atti corruttivi attivi e passivi nell’ambito delle procedure per l’attribuzione al Qatar dei Mondiali di calcio 2022. Secondo l’ipotesi accusatoria, lo sceicco qatariota Mohamed bin Hammam tra il 2008 e il 2011 avrebbe versato cospicue tangenti a vari dirigenti del calcio mondiale per garantire al proprio Paese, il Qatar, l’organizzazione dei Mondiali di calcio nel 2022. La stessa Fifa, massimo organo di governo del calcio, dopo che il caso era stato sollevato dal tabloid The Sunday Times, ha aperto un’inchiesta interna che, però, non ha evidenziato anomalie nell’assegnazione della rassegna iridata al Qatar.

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Appena qualche giorno fa aveva tuonato contro l’attuale Presidente della Fifa Gianni Infantino dipingendolo come un ottimo avvocato e segretario generale ma inadatto per carisma a sedere sulla più importante poltrona del calcio mondiale, ora il colpo di scena dell’arresto che frustra qualsiasi velleità di Michel Platini di ritornare da protagonista nei ranghi dirigenziali del calcio. Il post carriera agonistica non sta regalando all’ex roi del calcio francese le stesse soddisfazioni di quando su un campo da calcio seminava avversari e mieteva successi con la maglia della Juventus, con cui ha vinto tutto, dallo scudetto alla Coppa dei Campioni, anche se quella grondante sangue dell’Heysel, e con quella dei blues, con cui ha alzato al cielo il trofeo per gli Europei vinti nel 1984. La promettente carriera dirigenziale di Platini, avviata dopo una breve e poco felice parentesi come allenatore, è stata, infatti, bruscamente interrotta quando l’ex idolo della tifoseria juventina è stato costretto a lasciare l’incarico di Presidente della Uefa nell’ottobre del 2015 per aver intascato sotto forma di consulenze 2 milioni di franchi svizzeri, nel 2011, dall’allora Presidente della Fifa Sepp Blatter. Accuse che hanno indotto la Fifa a bandirlo dal calcio per 8 anni, poi ridotti a quattro, per essere poi riabilitato dalla magistratura svizzera che, nel 2018, ha accertato che non sussistevano irregolarità nel suo operato.

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