Il vicepremier Di Maio: ” Con Salvini non per vivacchiare “

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Di Maio e Salvini (Getty Images)

Intervenuto a Radio 24, il vicepremier pentastellato Di Maio pone una condizione per prolungare l’esperienza governativa: “Con Salvini non per vivacchiare”

Una telefonata allunga la vita“, recitava il claim di un famoso spot di un operatore telefonico di qualche anno fa.  Anche quella del traballante governo del Cambiamento a guida pentastellati e leghisti. Dopo l’aut aut lanciato dal Premier Conte, in occasione della presentazione alla stampa del bilancio del primo anno di governo, ” Salvini e Di Maio ritrovino l’armonia o sono pronto a rimettere il mandato “, proprio grazie ad un “cordiale” colloquio telefonico i due dioscuri dell’esecutivo gialloverde sembrano aver appianato le divergenze, ridotte le fratture e sono quindi  pronti  a rilanciare l’azione del governo. Ospite a Radio 24, infatti, il vicepremier  grillino conferma la ritrovata sintonia con l’omologo leghista : ” Il colloquio con Salvini è stato utile per far ripartire tutto, tante promesse da mantenere, dal salario minimo all’abbassamento delle tasse, ci siamo detti che se si va avanti si va per gli obiettivi che ci siamo dati non per vivacchiare “.

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Il vicepremier Di Maio: ” Con Salvini non per vivacchiare. No ai tagli sui servizi per i cittadini “

Dall’Italia all’Unione Europea, al matrimonio  saltato tra Fca e Renault, il leader politico dei pentastellati spazia a 360° nel proprio intervento radiofonico: sul piano di rientro dal debito pubblico con una tempistica a breve termine, come auspicato dal Presidente della BCE Mario Draghi, si dice d’accordo purché Bruxelles non imponga di tagliare sui servizi ai cittadini: invece vanno tagliate le spese inutili dello Stato, combattuta la grande evasione e abbassate le tasse “. Infine un affondo ai cugini transalpini, con i quali il feeling non è mai stato allo zenit, in relazione all’aborto del progetto di fusione tra Fca e Renault per le indebite ingerenze del governo di Parigi: ” Non possono intervenire Ministri e Presidente della Repubblica francesi. Secondo me, la Francia non ha fatto una bella figura, quella era un’operazione di mercato “.

 

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