Siria, liberato a Idlib l’italiano Alessandro Sandrini di Brescia

Siria, liberato a Idlib l'italiano Alessandro Sandrini di Brescia
Alessandro Sandrini (ansa)

Il 33enne Alessandro Sandrini era stato catturato tre anni fa al confine tra Siria e Turchia: liberato oggi dal “governo di Salvezza”, a confermarlo le forze antigovernative

Alessandro Sandrini, il 33enne bresciano rapito al confine tra Siria e Turchia nel 2016, è stato liberato dal “governo di Salvezza”, il gruppo antigovernativo della zona di Idlib. Ad annunciarlo sono le stesse forze pubblicando le foto del ragazzo sui social, contestualmente affermando che era nelle mani di una banda criminale.

Il padre Gianfranco Sandrini ha confermato: “Mio figlio è libero. Si trova ancora in Siria ma nelle mani dei nostri carabinieri. Sono felicissimo. È la fine di un incubo. Adesso sto andando a Roma e spero di potergli parlare al telefono stanotte”.

Durante la conferenza stampa tenuta dal gruppo a Bab al-Hawa, è arrivata la conferma della sua liberazione Nella dichiarazione rilasciata dal ministero dell’Interno della Salvezza si dice che la polizia ha agito dopo aver ricevuto informazioni su un ostaggio straniero rapito da una banda criminale specializzata in rapimenti e furti.

Per la sicurezza dell’ostaggio, continua la dichiarazione, la polizia ha negoziato la sua liberazione attraverso dei mediatori e quindi avrebbe contattato il governo italiano per la consegna.

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Del suo rapimento si apprese solo un anno dopo la scomparsa, nel dicembre 2017.

Mediante negoziato tra i miliziani della galassia qaidista, che rivendicano il merito della liberazione, e una “banda di criminali” della zona di Idlib, fuori dal controllo governativo, è stato possibile ottenere la liberazione del bresciano.

Lo riferisce in un comunicato il sedicente ministero degli interni del Governo di salvezza nazionale, braccio politico di Hayat Tahrir Sham, la più influente milizia qaidista di Idlib e dintorni. Nel comunicato non si fa riferimento al pagamento di un eventuale riscatto. E si afferma che Sandrini è stato consegnato al “governo del suo paese” senza menzione di ogni eventuale ruolo turco nella vicenda.

Nell’ultimo anno il nome di Alessandro Sandrini è comparso due volte tra gli imputati in tribunale a Brescia: in un processo per rapina e ricettazione per aver tentato di vendere a cinesi dei tablet rubati da un fast food a Desenzano del Garda e per una rapina che avrebbe messo a segno prima dell’ottobre 2016

Su Alessandro Sandrini pende un’ordinanza di custodia cautelare per rapina. Il bresciano e accusato di un paio di azioni messe a termine con un complice in provincia di Brescia. Era stato disposto il carcere, ma la misura ora dovrebbe essere quella degli arresti domiciliari.

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