Notre Dame, archeologi italiani offrono il loro aiuto

 

(Getty Images)

Mentre un team di esperti, domate le fiamme, dovrà valutare la stabilità di Notre Dame, gli archeologi italiani mettono a disposizione dei colleghi francesi le l loro competenze

15/04/19, un’altra data destinata a segnare per sempre la storia dell’umanità: alle 18.50, per cause ancora ignote, davanti agli sguardi esterrefatti di milioni di persone, la Cattedrale di Notre Dame di Parigi viene inghiottita dalle fiamme sprigionatesi da un’impalcatura installata per i lavori di restauro. In pochi minuti crolla l’iconica guglia e collassa il tetto e, nonostante i vigili del fuoco abbiano lavorato tutta la notte per spegnere le fiamme, si paventa di non riuscire a  salvare la Cattedrale. Infatti un team di tecnici ed architetti strutturalisti dovrà valutare se, domate le fiamme, la struttura è stabile avendo, quindi, resistito al fuoco violentissimo. Dunque, Notre Dame, uno dei luoghi d’arte più visitati al mondo, simbolo della Francia e della sua grandeur con la sua infinita verticalità, culla della cristianità, è ancora a rischio. Per scongiurare tale infausta evenienza, tanto da indurre molti autorevoli analisti a definire l’incendio di Notre Dame come l’11 settembre dell’Europa, anche l’associazione degli archeologi italiani mette a disposizione dei colleghi francesi le proprie competenze.

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Notre Dame, gli archeologi italiani il loro aiuto. “Colpito un simbolo del patrimonio culturale europeo “

” L’incendio – scrive in una nota l’Associazione nazionale – colpisce un simbolo del patrimonio culturale europeo, oltre che della cristianità.La vicenda scopre il tema cruciale della tutela e della conservazione del nostro patrimonio, di cui spesso dimentichiamo la fragilità. Inestimabile la perdita di memoria storica. Giorno di lutto per chiunque abbia a cuore l’eredità culturale europea “. Insomma, si ripete ciò che si verificò dopo la piena dell‘Arno del 1966 quando per salvare i capolavori d’arte custoditi nei tanti musei fiorentini si precipitarono a Firenze volontari provenienti da tutto il mondo per dare il loro contributo proprio perché l’arte e la cultura non hanno identità nazionale, appartengono all’umanità intera.

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