Catania, bancarotta fraudolenta e reati tributari: nove arresti

Catania, bancarotta fraudolenta e reati tributari: nove arresti
Guardia di Finanza (Adrian Pingstone – Arpingstone, Wikipedia Commons)

Undici indagati, tra cui nove sottoposti ad arresti domiciliari a Catania: le persone coinvolte sarebbero responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e reati tributari

A Catania, un’inchiesta inerente a ipotetici reati di bancarotta fraudolenta e reati tributari, ha portato nove persone agli arresti domiciliari e due provvedimenti interdettivi.

Undici persone, cioè sette imprenditori e tre professionisti, sono i destinatari di un’ordinanza del gip di Catania eseguita dai finanzieri del comando provinciale.

Nove delle undici persone coinvolte sono state posti agli arresti domiciliari; due invece, come detto, i destinatari di provvedimenti interdittivi.

Tra gli undici indagati dell’operazione della guardia di finanza c’è Antonio Pogliese, dottore commercialista, padre dell’attuale sindaco di Catania Salvo. Quest’ultimo sarebbe uno dei tre professionisti per i quali il gip ha ipotizzato il reato di bancarotta.

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Catania, bancarotta fraudolenta e reati tributari: un sistema che avrebbe garantito a diversi gruppi imprenditoriali la sottrazione al pagamento di imposte di oltre 220 milioni

Gli indagati sarebbero responsabili, a vario titolo, di bancarotte fraudolente, patrimoniali e documentali, e reati tributari, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, realizzati anche in forma associata nonché di favoreggiamento personale e reale.

Intanto, è in atto il sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro. Tra le persone destinatarie delle misure cautelari, 3 professionisti componenti di un noto studio associato etneo e 7 imprenditori.

L’investigazione, condotta dalle fiamme gialle etnee sotto la direzione della locale procura distrettuale, avrebbe disvelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento.

Tale sistema sarebbe stato in grado di garantire a diversi gruppi imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte pari a oltre 220 milioni di euro.

Allo stesso tempo, il medesimo sistema avrebbe permesso la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali.

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