F1, Ferrari terrorizza Red Bull? Ecco l’arma in più per il 2023

La Scuderia Ferrari è pronta ad una rivoluzione per ritornare sul tetto del mondo. La Red Bull Racing si sente sicura della sua posizione di forza.

In casa Ferrari il programma di sviluppo della nuova monoposto è iniziato molti mesi fa. L’ex team principal, Mattia Binotto, ha deciso di voler puntare sull’erede della F1-75, anticipando la concorrenza. Quando l’ingegnere di Losanna annunciò la scelta, nel bel mezzo della battaglia finale con la Mercedes, sembrò l’ennesima boutade per provare a nascondere l’ennesimo fallimento, ma potrebbe essere stata una decisione giusta.

Ferrari Charles Leclerc Red Bull Max Verstappen (Ansa Foto)
Ferrari Charles Leclerc Red Bull Max Verstappen (Ansa Foto)

Ci spera Vasseur, ma anche Leclerc e Sainz. Il destino dei ferraristi e del nuovo condottiero al muretto della Rossa dipendono dal progetto sviluppato dai tecnici capitanati da Mattia Binotto. Quest’ultimo aveva fatto il suo tempo a Maranello, non sfruttando al massimo la chance concessagli dalla dirigenza. In quattro anni lo svizzero non è mai sembrato in pieno controllo e adatto al ruolo di team principal. Da motorista commise un errore pesantissimo nel 2019, provocando le indagini della FIA sulla PU della SF90. Nel 2019 firmò un accordo segreto che compromise i due anni successivi della Scuderia.

I driver della Ferrari non hanno calcato il primo gradino del podio nel 2020 e nel 2021. Una spada di Damocle che Leclerc ha dovuto subire e che ha condizionato la sua crescita professionale. Il coetaneo, Max Verstappen, è diventato nel frattempo un bicampione del mondo, vincendo GP a raffica. Il driver con il numero 16, nonostante l’immenso talento e le tante pole position, non ha potuto lottare per la conquista della corona iridata. I piloti e tifosi della Ferrari, con pazienza, hanno atteso il 2022, convinti dai proclami di Binotto e di Elkann. Ferrari, l’ex Presidente demolisce John Elkann: bordata devastante.

Una mancata lotta per il Mondiale nella passata stagione sarebbe stato considerato un atroce fallimento, per ammissione dello stesso Binotto. L’auto ad effetto suolo, almeno a livello di telaio, è risultata una delle migliori, ma dopo l’exploit iniziale la Rossa ha fallito senza appelli. Leclerc è stato il pole man del 2022, ma non ha potuto raccogliere altrettante vittorie per problemi tecnici, per una gestione approssimativa e a causa dei pasticci ingiustificabili degli strateghi al muretto box. Per ora il gruppo degli strateghi, capitanato da Inaki Rueda, ha conservato la loro posizione privilegiata a Maranello. Leclerc avrebbe potuto vincere almeno il doppio dei Gran Premi, ma si è imposto solo in Bahrain, Australia e Austria.

Carlos Sainz, invece, ha vinto un sola volta, salendo sul primo gradino del podio a Silverstone. Troppo poco per una squadra che avrebbe dovuto lottare sino all’ultima tappa del mondiale. D’ora in avanti un altro secondo posto a 200 punti dai rivali non è più ammissibile, come ha spiegato anche l’amministratore delegato Benedetto Vigna. I secondi sono e saranno sempre i primi perdenti. L’atteggiamento di Mattia Binotto aveva stancato l’ex tecnico della Google e i rapporti con il Presidente Elkann sono degenerati. I vertici si aspettavano un campionato diverso, dopo l’inizio promettente. Lo stesso Leclerc dichiarò di essersi convinto, dopo il trionfo di Melbourne, di poter competere per la corona sino ad Abu Dhabi.

F1, le novità della Ferrari 2023

Una volta sistemati i problemi tecnici e alleggerita la RB18 Max Verstappen non ha avuto più pensieri. L’olandese ha ottenuto la bellezza di 15 trionfi, oltre a 2 Sprint Race, rendendo molto più scontata del previsto l’aritmetica vittoria del secondo titolo della sua carriera. Ha demolito gli avversari, dando una dura lezione anche al suo compagno di team. Il #33, oggi numero 1 della griglia, ha chiuso i giochi nella tappa di Suzuka, in Giappone. Nel 2021, invece, fu costretto a sudare sino all’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio nell’intensa sfida a Lewis Hamilton. La Ferrari porterà in pista nel 2023 diverse novità per fronteggiare lo strapotere della Red Bull Racing.

Il primo obiettivo sarà ritrovare l’affidabilità dei motori Superfast. Nella scorsa stagione i ferraristi hanno concluso depotenziati e con troppe avarie tecniche. Sainz e Leclerc hanno sostituito sei Power Unit a testa, con conseguenti pesanti penalità in griglia. Ferrari, risolto il mistero delle Power Unit? Ecco perché esplodevano. Oltre ad un passo in avanti in termini di potenza, la Rossa potrà fare affidamento sull’esperienza di Vasseur.

L’ing. francese è un “pistaiolo” per dirla all’Arrivabene. Andranno stabilite delle gerarchie tra i ferraristi, dati i tanti errori strategici che sono avvenuti nel 2022. La Scuderia punterà a scendere sotto il limite di peso della F1-75 per avere la chance di “aggiungere zavorra all’auto per aiutarla a migliorare il suo equilibrio e ottimizzare il comportamento degli pneumatici”, secondo l’indiscrezione di Franco Nugnes di Motorsport.com.

La nuova monoposto sarà rivisitata anche sul piano aerodinamico per migliorare la zona delle fiancate. La Ferrari è conscia che uno dei miglioramenti più determinanti della RB18 arrivò nel Gran Premio dell’Emilia Romagna, quando la wing car perse di colpo 8 kg. L’erede della F1-75 sarà più leggera e agile per fronteggiare la nuova Red Bull Racing e la Mercedes W14.

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