Quanto guadagana uno Chef? La cifra spiazza

Nonostante la crisi acuta della ristorazione, cominciata in piena “era pandemia” e continuata, fino all’acme della gravità, con i rincari energetici e l’inflazione record, quello dello chef rimane come il sogno da realizzare di moltissimi giovani e non solo. Ma quanto può arrivare a guadagnare uno chef in Italia?

Inutile negarlo: la cucina in Italia è business, è fascino, è arte. Basti pensare che a Milano, solo nella cintura centrale, la città del food, aprono dai due ai tre locali al mese. Naturalmente cambiano i momenti, mutano “le epoche del food”, e gli imprenditori da una parte, e i professionisti dall’altra devono essere abili a creare il giusto equilibrio tra i propri desideri personali, le proprie conoscenze e le inevitabili tendenze del mercato.

Chef stipendio fonte adobe stock
Chef stipendio fonte adobe stock

Molto dipende, ovviamente, dalle immancabili tradizioni a cui è legato un determinato territorio, con il suo target di pubblico: la cucina regionale non perderà mai il suo appeal, nonostante l’avanzare incessante dell’evoluzione e della tecnologia associata alle cotture e alle conservazioni, rimane una parte intoccabile della gastronomia italiana.

E allora se vorrai investire, in una città come Roma, magari sposando una cucina orientale fusion, oppure vorrai portare evoluzione pura ai fornelli, dovrai allora tenere conto che una buona parte di romani e di “forestieri” che passano per la Capitale, cercheranno sempre il posto buono dove assaporare la gricia o la carbonara, o la cacio e pepe.

Nell’era del grande ritorno al passato, nell’epoca della cosiddetta cucina della nonna in versione 2.0, un giovane aspirante chef deve comprendere che nulla è come prima. Non bastano le ore e ore di pratica ai fornelli, affrontando da subito l’esperienza di un lavoro durissimo, fisicamente e psicologicamente parlando, ma per stare al passo coi tempi occorreranno studio, conoscenze, notevoli aggiornamenti personali.

Lo chef del 2022: chi è cosa, cosa fa e quanto guadagna

Non è un caso che oggi si diventi chef non solo attraverso il canonico e di certo importante percorso dell’alberghiero, che ti consente di intraprendere stagioni di pratica già dal terzo e quarto anno. Va considerato che sono tantissimi anche i professionisti che, con dedizione e studio, decidono di intaprendere “la mission” dello chef nel secondo tempo della propria vita, nonché gli chef che addirittura intraprendono un percorso di laurea specifico in scienze gastronomiche.

E allora ecco che impiegati, ingegneri, assicuratori, casalinghe, e non solo per il potere che le trasmissioni televisive culinarie hanno senza dubbio sulla collettività, decidono di abbandonare tutto e coltivare il sogno di diventare uno chef come Carlo Cracco. Ma non tutti ci riescono, ovviamente.

Va considerato che lo chef, oggi, e per fortuna, può operare in diversi ambiti, nonostante la crisi economica del settore. Non si è solo chef quando si comanda una brigata, e quindi si ricopre la figura di executive, ma si può essere chef di un’azienda, si può essere consulente per nuove aperture o aggiornamenti personale, si può essere docente di una scuola di cucina o responsabile unicamente di catering ed eventi.

Di certo, mentre lo stipendio di un semplice commis, ovvero di un aiuto base alle partite (primo, secondo, antipasti), parte da poco più di mille euro, un giovane chef, già al comando di una struttura di medio-alto livello, può arrivare sicuramente a superare i 2500 euro mensili, fino a toccare anche i 5-7mila euro se possiede esperienza e se la sua figura carismatica diventa anche strumento di comunicazione ed è in grado di attirare clientela.

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