Pensionati e tredicesima: ecco chi rischia concretamente di perderla

La situazione dei pensionati italiani è certamente tra quella che deve assolutamente avere priorità, da parte della classe politica italiana. Il rischio concreto, la notizia che circola in questi giorni, è che addirittura la tredicesima potrebbe sparire. Cerchiamo di andare a fondo alla vicenda.

Il momento economico-finanziario è “caldissimo”: non si fa che parlare di lockdown energetico e di certo, la crisi che investe come uno tsunami, colpisce con le sue nefaste conseguenze quelli che sono i soggetti più deboli della società.

pensione 2023
(Fonte Foto: Adobe Stock)

La domanda sorge spontanea ed è di un allarmismo preponderante: come faranno ad arrivare a fine mese quegli anziani che non arrivano a percepire che 600 euro di pensione, alla luce di aumenti così spropositati di luce e gas?

In questi giorni, nelle principali città italiane, si assiste a file sovrumane di cittadini che, di fronte all’arrivo di fatture che mai avrebbero immaginato di dover pagare, con il viso pallido e l’ansia che la fa da padrone, si recano presso le società di competenza per chiedere spiegazioni.

Come si fa a pagare 600 o 700 euro di luce o di gas? Non resta che rateizzare per evitare il rischio di pericolosi distacci delle utenze di prima necessità. E mentre la politica cerca di trovare, a fatica, il bandolo della matassa, il filo di Arianna che ci conduca fuori dal tunnel, arrivano notizie non certo edificanti, che non fanno che aumentare la nostra preoccupazione.

Sembra infatti concreta la possibilità che per alcune categorie di pensionati la tanto amata tredicesima possa addirittura essere tagliata.

Tredicesima: ecco a quali pensionati non spetta

Come noto, in questo momento, con una riforma globale delle pensioni che non ha ancora mai fatto la sua comparsa, a meno che non si risponda ai criteri della pensione anticipata, l’età definitiva per smettere di lavorare è come noto 67 anni con 20 anni minimi di contributi. Ma naturalmente esistono casi particolari, come coloro che possono addirittura andare in pensione con 11 anni di anticipo.

A meno che non si verifichino quelle famose condizioni di Ape Sociale o di prepensionamento di cui abbiamo parlato più volte.

L’importo dell’assegno mensile che arriveremo a percepire, come pensione, dipende, conditio sine qua non, dai contributi che ci sono stati versati. Si tratta del cosiddetto monte contributivo. Dopo anni e anni di lavoro, tutti confidiamo nella possibilità di poterci godere il meritato riposo, magari accompagnati da dignitose condizioni di salute, nel seno del calore della nostra famiglia, con chi amiamo di più.

L’Ape Sociale e la 13esima, di fatto, lo dice la legge, non sono compatibili. Nel momento in cui avremo versato anni e anni di contributi, ma, ad esempio, dovessimo rimanere disoccupati per cause di forza maggiore, potrebbe anche scattare il pensionamento anticipato. Quando però ci troviamo di fronte ad una situazione del genere, potremmo andare a percepire 12 mensilità e non 13 come chi, invece, ha concluso regolarmente il suo percorso contributivo.

 

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