Garanzia di un prodotto: ecco cosa prevede la legge

Come funziona la garanzia di un prodotto che abbiamo acquistato e cosa prevede la legge in merito all’argomento? Ecco tutte le informazioni relative.

La garanzia di un prodotto dà la possibilità a colui che acquista un bene di poter avere degli specifici diritti se quest’ultimo dovesse ritrovarsi ad essere difettoso o non funzionare del tutto. Il consumatore infatti viene tutelato dalla legge, che prevede delle regole ben precise in questo ambito.

Garanzia di un prodotto
Pexel

Per capire meglio cosa prevedono le norme e quali sono i diritti che possono esprimere i consumatori per tutelarsi al meglio, di seguito approfondiamo meglio il discorso. Ecco tutto quello che c’è da sapere riguardo l’argomento.

Garanzia di un prodotto, la normativa in merito

Sempre più spesso ci affidiamo all’online per fare i nostri acquisti sia perché è un mezzo semplice e veloce, sia perché ci si può imbattere non di rado in saldi o offerte come il Black Friday potendo accaparrarsi oggetti di vario tipo a prezzi stracciati. Che sia su internet o in un negozio fisico, di certo lo shopping è un qualcosa che molti non appena possibile si concedono, specialmente se si vuole acquistare un oggetto che si desidera da tempo.

Sulla maggior parte dei prodotti e specialmente in quelli di tipo elettronico, il consumatore è tutelato dalla legge tramite la garanzia di un prodotto. Se ad esempio si compra un elettrodomestico e dopo un mese dal funzionamento si iniziano a mostrare segni di guasti di tipo tecnico, si può fare affidamento a questo tipo di clausola per richiedere assistenza.

In generale possiamo dire che la garanzia al consumo ha una durata di due anni. Se in questo lasso di tempo un determinato prodotto si rompe oppure inizia a non funzionare in maniera corretta, il consumatore che ha acquistato l’oggetto ha come diritto la scelta di poter farlo riparare o sostituire con uno identico. Bisogna inoltre specificare che in entrambi questi casi al cliente non devono essere addebitate spese né per la riparazione, ma neanche per la chiamata del tecnico, per la spedizione o per l’acquisto di pezzi di ricambio. Tutto questo infatti rientra proprio nella clausola della garanzia. Di norma il consumatore dunque deve solo portare indietro l’oggetto al venditore e mostrargli tutti i documenti che riguardano l’avvenuto pagamento di esso e la garanzia.

Ma che cosa bisogna fare se ad esempio non dovessero più esserci pezzi di ricambio e se anche la stessa sostituzione non potesse essere possibile? Quello che il consumatore può fare è scegliere la risoluzione del contratto e in questo caso farsi restituire i soldi e ridare indietro l’oggetto acquistato, anche se è stato utilizzato. Altrimenti si può decidere di tenere l’oggetto, ma farsi dare una parziale restituzione del prezzo ovviamente in proporzione al quello che è l’effettivo valore del prodotto che risulta comunque danneggiato.

Il venditore rifiuta la garanzia? Quali sono i suoi obblighi

Cosa succede se il venditore rifiuta di applicare la garanzia su un oggetto comprato, perché sostiene che è stato il consumatore ad averlo rotto con un uso scorretto? In questo caso la legge è molto chiara e ci dice che nei primi sei mesi da un acquisto il cliente non è tenuto a dover dimostrare che la rottura dell’oggetto è dipesa dal produttore e infatti deve essere il venditore a farlo. In questo caso il consumatore deve solo portare l’oggetto al venditore e poi sarà quest’ultimo eventualmente a dover dimostrare se il guasto è stato un errore del consumatore o a un difetto di fabbrica. Se invece passano sei mesi dall’acquisto questo onere della prova ricade invece su colui che ha acquistato l’oggetto, che dovrà a quel punto dovrà dimostrare che il guasto dipende dal produttore e non da un uso scorretto.

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