I marziani esistono? L’errore di traduzione sorprende, la risposta

La galassia ha avuto sempre un certo fascino sull’umanità. A tal proposito molti si chiedono se i marziani esistono. La risposta arriva da una determinata traduzione. Ecco di cosa si tratta.

I documenti che ci ha regalato la storia sono tantissimi. Il lavoro di traduzione non è affatto facile e può avere qualche problema cammin facendo. A maggior ragione se si parla di un argomento in cui non ci sono le evidenza. Come, ad esempio, la presenza di civiltà aliene intelligenti presenti su Marte.

Marziani, Marte
Fonte foto: Adobe Stock

Le traduzioni sono di fondamentale importanza per noi e per gli studiosi. Nel corso del tempo, però, qualcosa può andare storto e portare ad una traduzione completamente sbagliata. Uno degli esempi principi di tale scenario venne descritto da Giovanni Bignami nel libro I marziani siamo noi. Bignami, scomparso nel 2017, era astrofisico e divulgatore.

L’inizio della storia risale al momento in cui Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo e direttore dell’Osservatorio di Brera, osservò Marte per la prima volta. L’osservazione avvenne tramite telescopio e, successivamente, iniziò a disegnare la superfice del pianeta. Come riportato da Focus che riprende Bignami, infatti, tutto quello che si vedeva andava poi disegnato. Per Schiapparelli, Marte era composta da continenti e mari uniti da dei canali. Grande successo ebbe la visione di Schiapparelli ma negli a venire un piccolo errore ha portato ad uno scenario inaspettato.

Marte popolata dai marziani? L’errore di traduzione è storico

Il lavoro dell’astronomo italiano fu una chiara strada da seguire, un successo mondiale. Quanto fatto arrivò anche in America, sulla scrivania di Percival Lowell, un ricco diplomatico statunitense che decise di dedicarsi all’astronomia. Prima di osservare personalmente il Pianeta Ross, Percival Lowell aveva letto di questi “canali”. Proprio la traduzione di questa parola ha poi creato un piccolo intoppo.

Nei documenti, infatti, era presente un errore di traduzione. All’interno non c’era canali come “channel” ma come “canal“. Tale parola richiama un’origine artificiale ma che è assente nella versione in lingua italiana. Da quel momento, Lowell iniziò a parlare di presenze reali sul Marte. Il suo racconto iniziò dopo la morte di Schiapparelli avvenuta nel 1910.

Vista l’importanza di Percival Lowell, i suoi annunci ebbero un titolo anche sulla pagina del New York Times. Come riportato da Focus, il titolo fu il seguente: “I marziani costruiscono due immensi canali in due anni”. Le tante teorie che ne seguirono furono soltanto frutto di un piccolo errore di traduzione. Queste, poi, vennero seccamente smentite dalla fotografica astronomica. Questo veicolo posero fine alle teorie esposte da Lowell in precedenza.

Come abbiamo sempre detto, la galassia ha da sempre affascinato. Soprattutto il Pianeta Rosso. Tante sono le voci su questo pianeta, una riguarda la presenza di una porte su Marte. L’immagine ha fatto il giro del web.

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