Quanto dura la pensione di reversibilità? Ecco tutti i casi

La pensione di reversibilità un aiuto serio e concreto per i familiari superstiti. Questa, però, è legata ad una certa tempistica in base a varie situazioni. Ecco tutti i casi.

La pensione ha diversi argomenti che sono in egual modo importanti. Tra questi c’è la pensione di reversibilità. Un indennizzo che viene concesso ai familiari superstiti. In questo caso, infatti, il coniuge potrà continuare a ricevere i redditi, anche se in modo parziale, della persona scomparsa.

Pensione di reversibilità
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La pensione di reversibilità non si esaurisce solo con il passaggio alla persona superstite. Ci sono casi in cui rientrano figli o altri componenti a carico. Per questo motivo, tale pensione è legata anche al fattore tempo. In alcune situazione, il cedolino è per sempre mentre per altre non è affatto così.

Insomma, anche in questo caso ci sono aspetti che vanno considerato. Anche perché la pensione di reversibilità si può perdere. Giusto, dunque, informarsi così da non avere nessun risvolto negativo. Partiamo con il dire che, in teoria, la pensione al coniuge superstite dovrebbe durare per tutta la vita. In sostanza, il rischio di perdere la misura non c’è. Ci potrebbe essere un taglio del 50% solo in presenza di redditi alti. Ci sono, come detto, altre situazioni che portano a legarsi al tempo.

Quanto dura la pensione di reversibilità?

Quando si parla di reversibilità si fa sempre riferimento al coniuge superstite. Come anticipato, la misura dovrebbe legarsi per tutta la vita. Ma in caso di nuove nozze, questa verrebbe meno. Anche se, alla comunicazione dell’evento, ci sarebbero 2 anni di trattamento da ricevere. Questi verrebbero erogati in un’unica soluzione.

Ci sono poi i figli da considerare. A loro, tale pensione è prevista fino al compimento dei 18 anni. Mentre per chi decide di continuare gli studi, la pensione si lega fino ai 26 anni e fine al termine del corso di studi. Per i figli maggiorenni inabili la pensione resta per tutta la vita solo se si mantengono certi criteri. Se i figli si sposano, però, il rischio è di perdere questa misura. La revoca scatta quando non risultano più a carico del coniuge, se ha un proprio reddito, o del defunto.

Per quanto riguarda i nipoti, tutto fa riferimento alla sentenza numero 88/2022 della Corte Costituzionale. La sentenza li mette sullo stesso piano dei figli. Sia che siano minorenni sia che siano maggiorenni studenti e inabili. Le regole, dunque, sono praticamente le medesime. Per genitori, fratelli e sorelle, il tempo è determinato dalla regola di chi è a carico. I redditi si manterranno solo se si riusciranno a conservare le condizioni che hanno garantito l’accesso alla misura.

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