Siamo sempre più vicini all’elezioni. Tanti i protagonisti che entrano in gioco. Da scrutatori ai presidenti di seggio, i componenti sono vari. Ma quanto guadagnano? Scopriamo insieme tutte le cifre.
Il momento dell’elezioni è sempre molto sentito. A maggior ragione dopo l’ennesima crisi di governo con alcuni partiti che hanno posto fine ad un altro esecutivo. Ogni volta che si è chiamati al voto, entrano in gioco tanti protagonisti. Non solo i rappresentati politici ma anche quelli che permettono la corretta esecuzione delle votazioni.
Quando si palesa qualsiasi tipo di votazione, anche un referendum, fare lo scrutatore permette un’altra entrata. Infatti, è pensiero comune che svolgere tale attività permetta di “arrotondare”. La cifra finale che spetta a loro e ai presidenti di seggio varia in base ad alcuni criteri. Si parte dall’appuntamento delle votazioni fino ad arrivare ai compiti e a cosa si deve svolgere nel seggio.
Per l’elezioni politiche 2022 molti si chiedono chi possa votare al senato. Segno di come tutte le votazioni attirino sempre grande curiosità. Questo aspetto, ora, si incontra con quello economico. Andiamo, quindi, a vedere tutti i compensi dei protagonisti al seggio.
La prima differenza di compenso tra i due ruoli è dato da quello che si svolge. Entrambe le posizioni ricevono un compenso statale. I presidenti di seggio hanno una cifra superiore. I compensi si dividono così:
Se nello stesso giorno ci sono più elezioni allora si devono aggiungere 37 euro per i presidenti. Mentre sono 25 euro aggiuntivi per gli scrutatori. Per i seggi speciali, come negli ospedali, la cifra sale di altri 72 euro per il presidente e di 53 euro per gli scrutatori.
In genere, il pagamento viene erogato in base alla comunicazione comunale. Dopo aver fornito le proprie informazioni, ci sono documenti dove si svelano tempi e modalità. Il mittente del pagamento, poi, varia in base all’elezioni che si sono svolte.
Si va da una quota data interamente dallo Stato se ci sono state l’elezioni del parlamento europeo. Una divisione pari tra Stato e Comune per elezioni europee e comunali. Divisione pari tra Stato e Regioni per europee e regionali. Mentre c’è un terzo da parte dello Stato, un terzo dalle Regioni e un terzo dal Comune se ci sono state europee e amministrative per regioni e comuni.
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