Pensioni, nel 2023 basteranno 58 anni? Ecco l’escamotage

La tematica delle pensioni è sempre molto importante. Potrebbero esserci delle novità nel 2023? Ecco i dettagli.

La tematica pensioni è senza alcun dubbio uno degli argomenti più caldi e delicati quando si vanno a toccare le tematiche sociali ed economiche nel nostro Paese. L’argomento è stato toccato anche nel Decreto aiuti bis, approvato soltanto qualche settimana fa. Non vi è dubbio sul fatto che la questione entrerà anche nel confronto in una campagna elettorale già calda, come in parte è già accaduto e successo in questi primissimi giorni.

pensione 2023
(Fonte Foto: Adobe Stock)

In molti però si chiedono e si domandano se, già a partire dai prossimi mesi e con l’arrivo del nuovo anno, ci saranno delle novità importanti. Giusto entrare nel dettaglio e nello specifico, perché ci possono essere trucchi, escamotage e anzi, usando un linguaggio un po’ più tecnico, un vero e proprio scivolo. E la curiosità è davvero tantissima e non potrebbe essere altrimenti. Ma a quali categoria ci si sta riferendo?

Pensioni, che novità nel 2023? Tutti i dettagli

In realtà va detto che già nel mese di ottobre sono stati previsti degli aumenti, ma non per tutti e solo per una ristretta cerchia di pensionati. Si tratta della rivalutazione, che vedrà in atto una percentuale del 2% e quindi a dir poco parziale. Ma che cosa potrebbe succedere invece da gennaio, ossia dal 2023? Si parla di una pensione anticipata a 58 anni, ma soltanto per alcune categorie di lavoratori. Il riferimento e il pensiero vanno a toccare quella che è l’intenzione dell’esecutivo di prorogare Opzione Donna per un altro anno. E questo porterebbe come principale conseguenza all’allargamento della platea delle beneficiarie, che diventerebbero ancor più numerose. Al momento però si tratta solo di idee e di ipotesi, visto quanto successo dal punto di vista politico, con un Governo in carica solo per gli affari correnti e le elezioni ormai dietro l’angolo. Ma che cosa prevede tale misura?

Opzione Donna in primis presuppone la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi e un’età anagrafica di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e di 59 anni per le autonome. E i requisiti dovranno essere maturati, stando a quanto prevede il sistema oggi, entro il 31 dicembre 2021. Ed è per questo che servirebbe e sarebbe essenziale una proroga, ossia per spostare tale scadenza al 31 dicembre 2022, permettendo di poterne usufruire alle nate nel 1963 e nel 1964. Dunque non resta che attendere che cosa accadrà e se ci sarà una conferma. I tempi, visto quanto accaduto, potrebbe allungarsi, ma il mese di ottobre potrebbe essere quello decisivo o comunque molto importante.

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