Pasta, scaffali vuoti al supermercato a inizio 2022, scatta l’allarme?

Allarme scaffali vuoti al supermercato per la pasta e carenza di grano duro ad inizio 2022: l’allarme e di cosa si tratta, i dettagli al riguardo

Pasta, scaffali vuoi al supermercato a inizio 2022, scatta l'allarme?
pasta (fonte foto: Pixabay)

C’è grande attenzione su un tema importante inerente la pasta, associata ad una carenza di scorte di grande duro, con il rischio che gli scaffali dei supermercati possano restarne vuoti e, al contempo, i prezzi continuare a crescere: ma ecco di che cosa si tratta in particolare.

Ad approfondire tale discorso riportando l’allarme pasta è Investireoggi.it, che analizza le motivazioni che hanno portato al presunto rischio e a tale situazione; anzitutto i cambiamenti climatici avrebbero un ruolo in questo senso.

Le temperature alte della scorsa estate, si legge, hanno distrutto i raccolti di grande in Canada, con questo Paese e gli Usa che hanno raggiunto per l’appunto temperature record. Basti pensare proprio al Canada, uno dei più grandi produttori di grande al mondo, in cui si sono registrate anche punte di 50 gradi, con danni e conseguenze per la produzione di grano.

Per quel che concerne l’Italia, che uno dei Paesi di riferimento nel settore, si legge che non ha una ricchissima produzione di grano duro, e solo un piatto di pasta su quattro sarebbe di grano duro, con i restanti piatti che sono fatti con grano importato.

Investireoggi.it sottolinea che i Consorzi Agrari d’Italia hanno comunicato che una quantità sempre minore di terreni agricoli sono finalizzati alla coltivazione del grano duro.

Pasta, allarme prezzi del grano: la situazione in Italia

Tema di grande rilevanza e molto seguito, quello inerente la pasta e l’allarme, sottolineato da Investireoggi.it, come detto, a proposito della carenza delle scorte di grano duro che starebbe facendo crescere diffusamente la preoccupazione.

Tra le soluzioni per porre una risposta al problema da cui genererebbe l’allarme, si legge, vi sarebbe quella di valorizzare il made in Italy, al contempo badando ad una giusta remunerazione a coloro che ne producono.

Il capitolo prezzi continua a far discutere, essendo questi, come spiega Investireoggi.it, ai massimi da 13 anni, soprattutto in seguito ai problemi circa la produzione riscontrati in Canada.

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Si legge di una comunicazione della Commissione Europea a proposito del grano duro raccolto, che nel 2021 vedrà una quantità minore rispetto a quella stimata, ovvero 3,7 milioni di tonnellate rispetto a 4,3.

Anche in Italia la situazione preoccupa, con i produttori che sottolineano il punto inerente alla crescente produzioni che, come detto, è ai massimi da 13 anni. Su investireoggi.it si legge che la risposta al problema sarebbe quella sottolineata spesso da Coldiretti, ovvero incentivare la produzione del grano italiano.

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