Postepay, strani addebiti sulla carta: ecco cosa succede

Altri problemi per i possessori di Postepay e ancora una volta riguardano addebiti fantasmi. Vediamo cosa sta accadendo.

Da Postepay a Postepay, trasferire soldi: il dettaglio poco noto
PostePay (AdobeStock)

I clienti possessori di Postepay stanno vivendo un periodo molto difficile. Molti utenti hanno segnalato addebiti di spese che non sarebbero mai state fatte. Non riguarda solo la classica Postepay gialla ma tutte le sue varianti. I possessori hanno trovato una cifra inferiore da come l’avevano lasciata e si sono chiesti come mai.

Nelle operazioni, si segnalano dei pagamenti non autorizzati. Questi, come visto nella dicitura, provengono da store digitali come Google e Apple. Come motivazione, riportato dal sito money.it, si legge “altro/shopping e servizi“. Le cifre sarebbero da 4 a 8 euro ma potrebbero verificarsi più transizioni nell’arco della giornata. Fino ad arrivare a cifre alte.

Ci sono tantissimi casi che si sono verificati in Italia. Non solo Postepay ma anche carte ricaricabili come N26. Bisogna stare attenti alle varie diciture anche se, come detto, gli store di riferimento sono quelli citati. Come fare allora per proteggersi da queste situazioni?

Postepay, come proteggersi da addebiti di pagamenti non autorizzati

La situazione attuale lascia perplessi gli utenti delle varie carte. Il primo passo da fare è quello di scollegare la carta sia da GooglePay o dall’ApplePay. Primo passo necessario ma che potrebbe non essere sufficiente per evitare futuri addebiti non autorizzati. Dopodiché bisognerà contattare l’assistenza delle Poste al numero 800.00.33.22. La chiamata attiverà il blocco della carta che la rendera momentaneamente inutilizzabile.

L’ultimo passo è quello della querela. Fatta contro ignoti e che permetterà di fare richiesta di rimborso per la cifra sottratta ingiustamente. La copia della querela andrà inviata alle Poste Italiane con la dovuta richiesta di rimborso. Così da farsi rimborsare per la truffa subita. Potrebbe bastare chiedere i rimborsi agli store digitali di Google e Apple ma è meglio mandare la documentazione anche alle Poste.

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Oltre la documentazione citata, va inviato anche la copia dell’estratto conto e la diffida. Quest’ultima si può inviare tramite raccomandata o PEC. La PEC permetterebbe tempi decisamente più rapidi. Processo un po’ tortuoso ma necessario per evitare la sottrazione di pesanti cifre dal proprio conto.

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