Il castello delle cerimonie, quando è stata costruita la Sonrisa? Non ci crederete

Il Castello delle Cerimonie, altro non è che “La Sonrisa”, struttura da mille e una notte, location ideale per matrimoni da sogno “in salsa partenopea”.

Hoteal La Sonrisa (instagram)
Hoteal La Sonrisa (instagram)

Castello delle Cerimonie: 1979, Sant’Antonio Abate, tutto nacque da lì

Celebre ormai in tutta Italia, per il programma televisivo che da anni è stato ideato da Real Time.

Castello delle Cerimonie: il Boss Don Antonio, 35 anni di matrimoni in salsa partenopea

La morte di Don Antonio Polese è avvenuta come tutti sanno nel 2016. Meglio conosciuto come “Il Boss delle Cerimonie”, fondatore nel 1979 di quella che per anni, e che continua a esserlo, è stata l’isola felice di banchetti che vengono realizzati in uno stile decisamente eccentrico. Forte di quel caloroso spirito “tutto napoletano” che trasforma il giorno più bello della propria vita in un lunghissimo percorso di canti, balli e portate luculliane.

C’era una volta la Napoli Neomelodica: anche Merola e D’Alessio si sono esibiti qui

Dove, ha mantenuto e mantiene fede alla cultura napoletana più genuina, da una parte, questa splendida ex villa di Sant’Antonio Abate. Dall’altra è diventata nel tempo anche sinonimo di lusso e di qualità assoluta. I prezzi non sono altissimi, in linea con il mercato (per un matrimonio massimo 120 euro a persona), il cibo è buono, le location sono davvero ben curate. Ma sono i personaggi, le loro storie, che si intrecciano negli anni con la Napoli Meolodica, ad avere nel tempo contribuito al successo del Castello. Lì, dove si sono esibiti tutti alla corte di Don Antonio, da Mario Merola a Gigi D’Alessio. Lì dove non sono mancati matrimoni anche di personaggi non proprio della “Napoli Bene”, almeno questo dicono le cronache.

Castello delle Cerimonie: Real Time ci racconta la Sonrisa

Real Time ha saputo ingentilire e nel contempo caricare i in positivo personaggi e le storie che ci sono dietro, eliminando i contorni meno piacevoli. Don Antonio, il Boss, era l’uomo partito dal nulla, quello che si era fatto da solo. Il suo modo di parlare, i suoi modi, lo dimostravano.

Da Don Antonio a Donna Imma, la tradizione continua

Poca cultura ma tanto senso pratico. Ma nel tempo il successo è stato enorme: perchè il target del suo pubblico voleva proprio questo, la spontaneità. Sua figlia, Donna Imma, e il marito, che ne hanno preso le redini dopo la scomparsa del “Patriarca”, senza mai scalfire la memoria del fondatore, hanno conferito uno stile leggermente più sobrio agli eventi, almeno quelli che vediamo in tv.

Lusso, sfarzosità e un pizzico di pacchianeria

Il Castello rimane bellissimo, e negli anni ha migliorato la sua offerta ricettiva, arrivando a coprire fino a 800 persone per un matrimonio. Vi meravigliate? A Napoli non è una novità, i parenti sono sempre tanti, soprattutto quelli che mangiano…anche se la crisi ha acuito in qualche modo le difficoltà, anche quelle del ceto medio. E non è sempre facile trovare famiglie disposte a investire così tanto per un banchetto di nozze.

I problemi con la giustizia, quello che la tv non racconta

Donna Imma conduce, sempre su Real Time, anche un programma di cucina. Lei rappresenta in qualche modo la continuità perfetta: meno “donna del popolo”, come poteva esserlo il padre, non senza quella cadenza, quei gesti, che la rendono degna del suo compianto genitore. Pochi sanno che anni fa, Don Antonio ebbe anche problemi con la giustizia e che la struttura per un periodo fu anche confiscata.

Il tocco di Donna Imma

Insomma tutto degno di un melodramma napoletano. Con Donna Imma alla regia sono migliorati il servizio, la qualità delle portate. La tv insomma come cassa di risonanza, Imma lo ha compreso. Non può e non deve scalfire il leit motiv della struttura e di chi ruota intorno a essa, ma si può migliorare l’immagine. Senza dare modo di pensare che l’allegria napoletana sia simbolo di improvvisazione. Laddove spazi così ampi, la disponibilità di sale così sfarzose, fanno il paio con la qualità del cibo e l’accoglienza all’insegna della professionalità assoluta. Insomma Totò con gli spaghetti in tasca che salta sul tavolo è nella memoria collettiva ma non c’è più. Certo, ci sono sempre i delfini che zampillano acqua nella piscina o i capitelli corinzi dei saloni lastricati di maioliche.

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Folklore sì, ma senza esagerare

Insomma, un pizzico di “pacchianeria” c’è sempre. Ma decisamente meno accentuata. Perchè non tutti vogliono un matrimonio folkloristico. E perchè la tv dipinge e racconta quello che conviene. Ma alla fine, se ci sono 4 o 5 eventi al giorno in media, vuol dire che la gente apprezza ed è attirata. Con Don Antonio, per certi versi, all’inizio, sembrava che Real Time volesse fare una caricatura della struttura, quasi a volerla prendere in giro. Nel tempo il canovaccio è mutato. La trasmissione ha fatto da volano incredibile, arrivano persone da tutta Italia a prenotare e, dopo il Covid, oggi servono mesi di anticipo per trovare posto.

Hoteal La Sonrisa (instagram)
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Ma è la vita vera quella che conta: e si deve offrire un servizio perfetto. E questo Donna Imma, sempre con la foto di Don Antonio che “giganteggia” alle sue spalle, lo sa bene.

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