Morto Pennacchi, il suo pensiero su Salvini: “Dovevano riempirlo di botte” (VIDEO)

Antonio Pennacchi è morto a 71 anni. Lo scrittore aveva avuto uno scontro con Matteo Salvini in merito al sistema della sanità lombarda.

Matte Salvini e Antonio Pennacchi (Youtube)
Matte Salvini e Antonio Pennacchi (Youtube)

Lo scrittore e premio Strega Antonio Pennacchi è scomparso a 71 anni. E’ stato, inoltre, un operaio dell’Alcatel Cavi di Latina per trent’anni. La sua simpatia per la corrente “sinistra” della politica italiana non è mai stata un mistero per nessuno. Era missino prima e poi maiosta, ma anche socialista e membro della Cgil e Uil.

“Mammut” è stato il suo primo romanzo, nato mentre era in cassa integrazione nella seconda metà degli anni Ottanta. Nel romanzo racconta, ironicamente, la storia operaia e dei consigli di fabbrica. Nel 2003 esce “Il fasciocomunista”, romanzo cui è poi tratto il film Mio fratello è figlio unico. Mentre il Premio Strega lo riceve nel 2010 per “Canale Mussolini”.

Un’ideologia sempre a sinistra, tanto che nel 2016 ci fu il famoso scontro televisivo tra Pennacchi e Salvini in merito al sistema della sanità lombarda. Per l’attuale leader della Lega era un esempio di eccellenza, mentre per lo scrittore era un sistema estremamente corrotto come la cronaca giudiziaria italiana.

Pennacchi contro Salvini: “Ma vai a scuola”

Durante il programma di La7 “Fuori Onda”, Matteo Salvini era in collegamento e Antonio Pennacchi era in studio. Tra i due era nato un diverbio in merito al sistema della sanità della regione Lombardia. Mentre il leghista enfatizzava la buona amministrazione, lo scrittore puntava il dito e diceva che era un sistema corrotto.

Allora Salvini, indisponendo il Premio Strega, disse: “Le dico che la Lombardia è la culla di tutte le mafie così lei è contento”. Pennacchi non ci sta e risponde: “Ma vada a scuola prima di fare le battutine”. Il contrasto poi è continuato: “Perché si agita il signore col cappello?”, domanda un Salvini non riconoscendo uno dei letterati più importanti del nostro paese.

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“Parla il signore senza cervello”, ha contrattaccato Pennacchi. “Mia mamma, invece, mi ha insegnato che bisogna togliersi il cappello”, ha detto Salvini. “La sua mamma l’avrebbe dovuta riempire di botte quando era piccolino, sarebbe andata un po’ meglio”, ha detto lo scrittore.

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