Conto corrente e prima casa a rischio: brutte notizie per molti

Una data da segnare in rosso sul calendario e brutte notizie in arrivo per contribuenti e conto corrente: occhio alla scadenza, di cosa si tratta

casaUn anno duro, difficile e di sofferenza, il 2020, a causa del Coronavirus che ha modificato lo stile di vita di tutti, e portato conseguenze negative tanto dal punto di vista sociale che economico: i contribuenti però dovranno prestare attenzione ad una particolare data da segnare in rosso sul calendario, ma di cosa si tratta?

L’impatto del Coronavirus è stato davvero devastante per l’Italia, e non solo. A cambiare infatti sono state le vite dei cittadini e le loro abitudini, vista l’importanza del continuare a rispettare le misure anti Covid-19 e anti contagio previste.

Distanziamento sociale, mascherine sul volto, evitare gli assembramenti. Tuttavia, il danno generato dalla pandemia, come noto, è rappresentato anche dal dramma di tanti imprenditori e lavoratori alle prese con enormi difficoltà economiche.

La difficoltà nell’arrivare alla fine del mese è stata diffusa e ha toccato moltissimi italiani proprio in virtù della crisi economica in corso.

A tale crisi la politica e il Governo hanno risposto con misure specifiche tali da poter, per quanto possibile, contenere i danni. Vanno citati ad esempio i bonus e gli interventi a sostegno delle categorie che sono state, tra le altre, più toccate a livello economico dalla pandemia.

Tra gli altri interventi vi è stata la sospensione dell’attività di riscossione; tuttavia, dal primo luglio, le notifiche, i pagamenti e i pignoramenti ripartiranno.

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Conto Corrente e contribuenti, ripartono le riscossioni: rischio prima casa?

Dal primo luglio ritornano notifiche, pagamenti e pignoramenti, entro il 2 agosto le cartelle, incluse le rate, sospese dal giorno 8 marzo 2020 dovranno essere saldate.

I contribuenti che hanno cartelle esattoriali di un importo inferiore a cinque mila euro per il periodo che va dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 e che fanno parte della cancellazione automatica stabilità dal Decreto Sostegni 1, si legge su IlGiornale, avranno ancora un po’ di tempo a disposizione.

Dovrebbe infatti arrivare, per tutti coloro che si trovano al di sotto di tale cifra, un decreto specifico del Ministero dell’Economia e Finanze. Non vi saranno eccezioni per pagamenti inerenti a rottamazione tre e saldo e stralcio.

Entro il 31 luglio, dovranno essere corrisposte le rate sospese con scadenza 2020. La data indicata per quelle bloccate che scadono nel 2021 è invece del 30 novembre.

È dunque al 30 giugno il termine oltre cui scadrà il periodo di sospensione delle cartelle e notifiche. A meno di ulteriori novità, dal primo luglio quindi si riprenderà l’attività di riscossione dell’Agenzia dell’Entrate.

Tra questi, potrebbero ripartire anche i pignoramenti, che saranno inerenti a stipendi, pensioni e trattamenti assimilati. Per quel che riguarda la pensione o lo stipendio, il limite massimo da poter pignorare non può superare un quinto della cifra mensile accreditata. Inoltre, la percentuale risulta essere incisore laddove l’importo non superi la quota 2500 euro al mese.

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Qualora ciò non fosse sufficiente, stando al Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, potrebbe esserci il rischio di una rivisitazione per quel concerne le modalità di riscossione.

Tali cambiamenti, in taluni casi, come viene anche riportato da alcuni media, potrebbero anche portare al pignoramento immobiliare anche sull’abitazione principale. Una possibilità che plausibilmente e comprensibilmente spaventa molte persone.

Bisognerà dunque attendere per comprendere in che direzione si muoverà il governo alle luce delle indicazioni e se e quali risvolti ci saranno in tal senso.

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