Tragica morte sul lavoro, la moglie: “non sono riuscita a dirlo alle bambine”

Ancora un morto sul lavoro: a Busto Arsizio un uomo ha perso la vita in fabbrica. Distrutta la moglie, ancora all’oscuro le figliolette.

Lavoro - Morte (Pexels kateryna babaieva)
Lavoro – Morte (Pexels kateryna babaieva)

Non sono trascorse neppure 48 ore dalla tragica scomparsa di Luana D’Orazio. L’opinione pubblica nazionale non ha neppure asciugato le lacrime per l’ennesima morte sul lavoro che se ne è subito presentata un’altra, altrettanto grave.

Sono storie purtroppo simili, e proprio per questo tutte meritevoli di essere raccontate.

La Repubblica “fondata sul lavoro”, piange ancora i suoi morti. Due persone ogni giorno, in media, nel 2021. Un incremento dell’11%, certificato dall’INAIL, rispetto all’anno precedente. Si può parlare di vera e propria emergenza nazionale.

La morte sul lavoro, a causa del lavoro, di Christian

Il luogo dei fatti è Bandera, azienda di lavorazione delle materie plastiche di Busto Arsizio, nel varesotto. L’operaio che ha tragicamente perso la vita è Christian M., un uomo sposato di 49 anni con due figlie a carico.

L’infortunio mortale sul lavoro è avvenuto stamattina, verso le 8 e 30. L’addetto è stato schiacciato dal tornio meccanico di una fresa mentre stava verificando l’uscita di un pezzo dalla macchina. Soccorso dagli operai e dal personale sanitario era ancora cosciente subito dopo l’impatto. É però defunto all’arrivo in ospedale di Legnano, raggiunto in elicottero, a causa di un improvviso arresto cardiaco.

Il macchinario in questione, probabilmente interessato da un malfunzionamento, è oggetto di sequestro e di indagine presso la Procura di Busto Arsizio per accertare definitivamente la dinamica dell’incidente. I magistrati hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti e disposto anche l’autopsia sulla vittima. Al centro delle ipotesi degli inquirenti, di nuovo, le mancate garanzie minime di sicurezza della fabbrica.

La vita della moglie di Christian, Sara, è naturalmente stata stravolta dalla tragedia. Chiamata a recuperare gli effetti personali del marito, ha dichiarato: «Christian si lamentava che fossero in troppo pochi» puntando il dito contro le condizioni di lavoro degli operai all’interno dell’azienda. «Non sono ancora riuscita a dirlo alle bambine» di 7 e 8 anni, ha poi aggiunto.

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Per noi, non è davvero necessario aggiungere altro. Se non chiedere che giustizia e prevenzione siano fatte.

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