Morti sul lavoro: i dati che preoccupano un paese intero

Le percentuali di morte sul lavoro, come quelle della disoccupazione, continuano a crescere. I sindacati sono pronti a combattere.

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La storia di Luana D’Orazio è solo l’ultimo episodio di come le morti sul lavoro siano un argomento urgente da affrontare. La sua tragedia ha reso possibile aprire gli occhi su un argomento che è stato un po’ accantonato. Oggi non solo è difficile trovare una stabilità di vita attraverso il lavoro ma è anche difficile essere al sicuro nella propria postazione lavorativa.

Basti pensare che già il 29 aprile ci sono stati tre episodio nella stessa giornata. La prima, nel deposito Amazon di Alessandria, una trave ha colpito sei operatori causando una morte e cinque feriti. Nel porto di Taranto, morto un gruista di 49 anni. E, infine, un operaio di 23 anni a Treviso che precipitando da una banchina è stato investito da un’impalcatura.

Tragedie sul lavoro: le morti bianche sono sempre più frequenti

Proprio in base a tutti questi episodi, l’Inail che è l’istituto che si occupa delle assicurazioni sul lavoro ha stilato dai che fanno rabbrividire. Nel 2021 si segnala un incremento importante già fino al mese di marzo. Le denunce con esito mortale sono state 185 rispetto alle 166 di un anno fa. Un incremento dell’11,4% che fa riflettere. Unico dato che è in discesa è quello che vede il lavoratore infortunarsi durante il percorso che lo conduce al lavoro. Questi sono passati da 52 ai 31 di oggi.

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Durante il concerto dei lavoratori, i sindacati hanno alzato la voce dicendo che vorranno più sicurezza sul posto di lavoro e che non ci devono essere più numeri di questo tipo. Si dovrà arrivare a zero morti sul lavoro. E di fatto hanno ragione, l’aumento in questo periodo è totale. Questo discorso è molto ampio e in costante crescita che fa il paio con una disoccupazione che è sempre del 9,8% ma con quella giovanile in crescita e che tocca il 30,5%.

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