Studentessa violentata: ecco come il branco l’ha attirata in trappola

La studentessa trapanese ha denunciato, lo scorso febbraio, i quattro ragazzi rei di averla ingannata e poi violentata.

Studentessa violentata (Adobe Stock)
Studentessa violentata (Adobe Stock)

Oggi giorno si sente più spesso di ragazze che subiscono violenza sessuale da un branco. E l’orrore non è solo in quel momento ma lascia strascichi anche in futuro, con tutto il materiale salvato sugli smartphone degli aguzzini.

Ed esattamente quello che è accaduto a in provincia di Trapani, dove una ragazza ha denunciato i quattro giovani che le avrebbero teso una trappola. I ragazzi sono stati subito fermati dai Carabinieri del Comando di Mazara del Vallo.

Festa a Trapani: studentessa violentata con l’inganno

La giovane studentessa ha deciso di denunciare poco più di due mesi fa. La violenza è avvenuta durante una festa. Questa si è svolta in un’abitazione estiva di Tre Fontane, piccola frazione di Campobello di Mazara.

La diciottenne ha raccontato ai Carabinieri che alla festa ci è andata perché rassicurata da due suoi amici di lungo corso sulla presenza di altre ragazze alla festa, ora i due sono ai domiciliari. Nello scorrere della serata, la ragazza ha avuto un rapporto volontario con un ragazzo. Successivamente, il ragazzo ha invitato i suoi amici. Ed è lì che è andato in scena l’orrore.

LEGGI ANCHE >>> Milano, aggressori tentano violenza sessuale, tra loro anche un sessantenne

Nonostante i continui rifiuti della ragazza a questo tipo di rapporto. Il branco è andato avanti. E neanche i tentativi di richiesta di aiuto della ragazza hanno fermato il branco che hanno continuato con la violenza. Dopo la denuncia, sono iniziate le indagini dei militari dell’Arma con le consone intercettazioni ambientali e telefoniche e il sequestro degli smartphone dei ragazzi. Soprattutto l’ultimo elemento è stato vitale per reperire prove schiaccianti. Il Gip di Marsala ha così deciso delle misure cautelari. Due ragazzi ai domiciliari e gli altri due in custodia cautelare. Le misure sono state adottate per evitare che gli indagati inquinassero le prove e per evitare che si ripetesse un’altra situazione del genere.

 

Impostazioni privacy