Stanchi del lockdown? Dei ragazzi sono riusciti ad aggirarlo così

Alcuni ragazzi, stanchi del lockdown e di non poter più stare con gli amici, hanno trovato un ingegnoso modo per poterli rivedere.

Oratorio di Biumo (varesenews)
Oratorio di Biumo (varesenews)

Il lockdown ha letteralmente distrutto la socialità dei nostri ragazzi, che ora sono costretti a restare chiusi in casa senza avere contatti umani. Niente scuola, lavoro o università, ma soprattutto niente amici. La situazione sta letteralmente degenerando e nei prossimi anni il prezzo psicologico di questo stop potrebbe essere altissimo.

Sin dal primo momento i ragazzi sono apparsi come i soggetti più “protetti” dal virus. I casi di contagio con sintomi tra i giovani è infatti sono bassi, ma a preoccuparli sono soprattutto i genitori. Essere asintomatico non vuole non essere contagioso e quindi tanti ragazzi hanno paura di diventare dei veicoli del virus per i propri cari.

Nell’oratorio di Biumo Inferiore, a Varese, però hanno trovato il modo di aggirare le regole previste dal lockdown per continuare a vedersi con gli amici. Al momento circa una 20ina di ragazzi tra i 16 e i 18 anni vivono insieme da oltre due settimane per tornare a condividere la quotidianità.

LEGGI ANCHE >>> Niente lockdown a Pasqua: il Premier chiede scusa

La bolla che sconfigge il lockdown

Secondo quanto riportato da Varesenews l’idea sarebbe venuta a uno dei ragazzi, che avrebbe proposto a don Gabriele Colombo una bolla in stile NBA. La cosa è subito piaciuta al prete, che si è attivato per organizzare il tutto già da settembre scorso. Il progetto ha naturalmente seguito tutte le leggi vigenti.

In particolare la Prefettura, entusiasta dell’idea, ha deciso di chiedere al CTS alcune delucidazioni per mettere in piedi il progetto senza alcuna illegalità e in piena sicurezza. I ragazzi dovranno sottoporsi ad un tampone in entrata e uno in uscita e dovranno restare in oratorio per almeno 14 giorni consecutivi (il tempo della quarantena). L’esperimento è andato così bene che si è deciso di prolungare la permanenza di un’altra settimana estendendola sino alla domenica delle Palme.

I giovani però non sono di certo mandati allo sbando. In tutto sono 22 di cui 2 maggiorenni tra cui un educatore. La mattina pregano, poi colazione e DAD. Pranzo preparato da un cuoco che però si premura di non entrare in alcun modo in contatto con i giovani. In serata, invece, tutti insieme preparano la cena. Finiti i doveri scolastici inoltre, i giovani possono divertirsi con vari svaghi.

Come se non bastasse, i giovani collaborano insieme anche per la pulizia dell’oratorio e dei piatti e le stoviglie con cui mangiano. Naturalmente per questi ragazzi c’è tanto sport da poter fare vista la disponibilità di alcuni campi da gioco nella struttura. Inoltre questi adolescenti, per sdebitarsi dell’ospitalità, hanno anche aiutato la comunità in alcuni lavoretti.

Don Colombo ha poi raccontato che i giovani si sono pagati di tasca propria il tampone e hanno equamente diviso le spese di pasti e gestione del luogo in questi giorni. Il parroco in particolare ha sottolineato i tanti sorrisi dei ragazzi, felici finalmente di essere tornati insieme ai propri amici.

L’esperienza ha funzionato. Ora però, l’idea di don Gabriele è quella di rendere questa cosa più sistematica, così da permettere ai ragazzi di stare insieme. La speranza è che questo modello possa essere esportato anche nel resto d’Italia, creando piccole comunità di ragazzi.

Impostazioni privacy