Dante viene censurato, il motivo? Offende gli islamici

Dante finisce sotto attacco. Il Sommo Poeta censurato in Belgio e Olanda, mentre dalla Germania arrivano pesanti offese su di lui.

Dante Alighieri (Google Images)
Dante Alighieri (Google Images)

In Italia questo è un anno davvero molto particolare. Ricorre, infatti, il 700° anniversario di Dante Alighieri. Uno dei poeti più amati e studiati non solo dagli studenti del nostro paese, ma di tutto il mondo. Ritenuto in un certo senso, il padre della nostra lingua italiana, l’autore fiorentino è oggi un punto di riferimento in ogni istituto scolastico. Non esiste programma dove non vi sia incluso, non c’è studente che non sappia chi è, anche se non mancano gli strafalcioni.

A quanto pare però dall’altro lato dell’Europa, in Belgio e in Olanda si è deciso di riscrivere una delle sue opere più famose: la Divina Commedia. In questa nuova versione però ci sarebbero alcune variazione per non offendere la comunità islamica. La notizia è stata riportato dal quotidiano belga De Standaard.

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“Dante era un arrivista e plagiatore”: l’attacco dalla Germania

A quanto pare l’editore Myrthe Spiteri avrebbe eliminato dall’opera originale il nome di Maometto. Dante, infatti, lo colloca all’VIII Cerchio dell’Inferno, tra i seminatori di discordie. Con precisione la scena riguarda il Canto XXVIII, vv. 22-63, dove Maometto viene fatto a pezzi da un diavolo armato di spada, tagliato dal mento all’ano, costretto a camminare con gli organi interiori penzolanti. La traduzione “corretta” sarebbe stata fatta in lingua fiamminga, scatenando non poche polemiche nel nostro paese.

Come se non bastasse inoltre, proprio oggi che in Italia si festeggia il Dantedì, è arrivato anche un duro attacco dalla Germania nei confronti del Sommo Poeta. Sul giornale tedesco Frankfurter Rundschau, lo scrittore Arno Widmann avrebbe definito Dante un poeta medievale, anni luce lontano da Shakespeare. Brutali gli aggettivi usati nei confronti dell’auto fiorentino, accusato di essere un arrivista e plagiatore.

Elegante la risposta del ministro ai beni culturali Dario Franceschini, che ha postato l’articolo accompagnato dalla seguente didascalia: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Un passo manco a dirlo della Divina Commedia, dal terzo Canto dell’Inferno.

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