Dad, interrompevano le lezioni: tre giovani denunciati

Neanche con la Dad i professori possono stare tranquilli. Denunciati tre studenti che infastidivano i docenti durante le lezioni.

Bambino durante la Dad - immagini di repertorio (Getty Images)
Bambino durante la Dad – immagini di repertorio (Getty Images)

In ogni classe c’è qualcuno che dà fastidio, che crea problemi e non permette agli insegnanti di procedere bene nel proprio lavoro. Con gli studenti tutti a casa però, anche i cosiddetti guastatori si sono evoluti cercando di utilizzare la Dad a proprio vantaggio. Tre ragazzi, di cui uno minorenne, sono stati denunciati dalla Polizia postale per aver più volte interrotte le lezioni.

I giovani, residenti nelle province di Milano e Messina, da mesi avevano creato una vera e propria rete per infastidire i docenti. I ragazzi facevano parte di alcuni gruppi di Telegram e Instagram che servivano proprio a creare problemi ai professori durante le videoconferenze con i propri studenti.

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Gruppi organizzati per interrompere la Dad

Le denunce erano arrivate già durante il primo lockdown, quando la Dad era per così dire ancora alla sua fase embrionale. Diversi dirigenti scolastici di scuole di vario grado avevano infatti chiesto aiuto alla Polizia postale per l’incursione di questi giovani durante le lezioni. A quel punto gli inquirenti si sono messi alla ricerca delle tracce informatiche lasciate da questi ragazzi inchiodandoli.

I codici delle video-lezioni molte volte venivano condivisi dagli stessi studenti. I tre ragazzi così potevano, molte volte, interrompere gli insegnanti durante le interrogazioni programmate. I giovani, protetti dall’apparente anonimato dei social, credevano di farla franca, ma così non è stato.

Gli indagati, interrogati dalla Polizia, hanno subito vuotato il sacco e ora dovranno rispondere di interruzione di pubblico servizio e accesso abusivo a un sistema informatico. Durante le indagini sono stati sequestrati smartphone, computer e tablet. Questi, infatti, sono stati molto probabilmente utilizzati dai giovani per interrompere le lezioni. Nei prossimi giorni la Polizia indagherà anche sugli altri iscritti alle chat per capire possibili implicazioni di altri ragazzi.

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