Arcuri nell’occhio della Corte dei Conti, troppi sprechi

La Corte dei Conti ha acceso i fari sull’operato di Domenico Arcuri, nel mirino ci sarebbero dossier di vario tipo: dai banchi a rotelle fino alle siringhe più precise

Domenico Arcuri
Domenico Arcuri (Facebook)

Solo ieri si discuteva sull’opportunità di investire così tanti soldi per le strutture dove saranno effettuate le vaccinazioni. Lo scorso 27 gennaio è scaduto il bando per la realizzazione delle prime 21 primule volute dal commissario straordinario per l’emergenza Covid.

In un post Giulia Pastorella, economista e sostenitrice di Azione, spiegava così il l’opportunità di questo Investimento “8 milioni e mezzo (circa 400mila euro l’una) per delle strutture che dovranno essere progettate e realizzate in un mese. Sempre ammesso che qualcuno decida di farlo visto che il bando è stato aperto una settimana fa – scrive Responsabile Innovazione e Digitale del partito di Carlo Calenda – Non sanno più come spendere (male) tempo e soldi”

A conferma di quanto detto, ci sono anche le parole di Gianluca Paragone. L’ex Senatore pentastellato dal suo sito spiega come la Corte dei Conti abbia sotto la sua lente d’ingrandimento l’operato del super commissario. Sarebbero sette i fascicoli aperti, ognuno con l’accusa di danno erariale.

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Arcuri nell’occhio della Corte dei Conti, troppi sprechi. L’inchiesta è partita da Fratelli d’Italia

I problemi per il commissario nascono dall’esposto di Frateli d’Italia, per via dell’ex europarlamentare Enzo Ravellino. Il dubbio evidenziato è che ci siano state «forzature» nei bandi per l’acquisto del materiale durante la fase di emergenza in corso per la pandemia. Una perplessità che è stata spesa per siringhe di precisione «luer lock»: pare che per l’acquisto di questi dispositivi sia stato speso 10 milioni di euro, cifra sei volte superiore a quello che sarebbe stato necessario. Operazione svolta comunque a norma secondo il comma 8 dell’articolo 122 del decreto Cura Italia, in cui vista la fase emergenziale è previsto controllo ma solo rendicontazione.

Certo che così sarebbe stato possibile per il commissario decidere autonomamente anche su spese inoppportune. Ed ecco che si torna al post della dottoranda di Azione. “Diventa comprensibile la rabbia della FEU – Filiera Eventi Unita – scrive la Pastorella- La federazione degli organizzatori di eventi, denuncia il governo di non aver ascoltato la propria offerta di disponibilità. In effetti gli imprenditori del settore, da un anno praticamente bloccati, sarebbero potuti giungere in soccorso con alcune strutture. Eppure sono stati completamente snobbati dal Commissario, che ha scelto di usare i soldi per salutare la primavera con le sue nuovissime primule”.

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