Cinesi in flusso continuo, il via vai tra oriente ed occidente non si ferma. Lavorano in Italia, e nonostante tutto si contano pochi funerali all’anno. Come mai?
In questi giorni il quotidiano Libero si è posto una domanda: ma i cinesi sono immortali? C’è chi sostiene che, presentandosi più o meno simili all’occhio dell’occidentale inesperto, gli abitanti della Cina in realtà siano immarcescibili, ricambino sempre, o che l’uno prenda il posto dell’altro appena deceduto, assumendone l’identità.
Effettivamente le domande su una popolazione così diversa dalla nostra si sprecano, ma soprattutto, quello che colpisce è la difficoltà di avere delle risposte.
In tempi non sospetti anche lo scrittore Roberto Saviano si era espresso in materia. Nel primo capitolo del libro Gomorra, Saviano scrive: «Raccolti, l’uno sull’altro, in fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l’uno con l’altro. Ecco dove erano finiti Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo».
Una narrazione che se fatta da Saviano ha il sapore di giustezza, lontano anche da improbabili idee di partito. O peggio ancora di posizioni sociali.
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Volendo star ben lontani dal rischio di sembrare razzisti, alcuni dati emergono. Sia chiaro, noi i migranti cinesi li apprezziamo, ci piacciono, li ammiriamo poiché pensano soltanto a sfacchinare. Di certo, quando scompaiono, i cinesi lo fanno con discrezione. Senza baccano. Senza drammi. Senza sceneggiate. Senza urla isteriche e pianti struggenti, come siamo soliti fare noi da millenni. Essi sono composti in tutto: nella gioia così come nella sofferenza. Tanta stima.
Eppure delle statistiche esistono. Risulta che in Italia, dove la comunità cinese è nutrita, non muoiano che poche decine di cinesi ogni anno, i quali vengono seppelliti nei nostri cimiteri, quindi non imbalsamanti e parcheggiati in sala da pranzo. La verità non è che i cinesi sono eterni, bensì che non gradiscono affatto tirare le cuoia nel Bel Paese, preferiscono semmai tornarsene in patria intorno ai 50 anni.
Del resto, la Cina è in piena espansione economica e a breve, prima del previsto, grazie all’accelerazione fornita dal coronavirus che ha paralizzato gli altri sistemi ma non quello cinese, diventerà la prima potenza economica mondiale.