Ora è dimostrato: a Wuhan erano in 500.000 i contagiati inizialmente

Uno studio ha dimostrato che i casi a Wuhan ad inizio pandemia furono 10 volte maggiori di quelli dichiarati dal governo cinese!

Dubbi su dubbi rispetto alle colpe del governo cinese sulla pandemia ancora in corso. E dopo l’ultimo studio effettuato  dalle studio del Chinese Center for Disease Control and Prevention (Cdc), i dubbi non fanno che lievitare.

Lo studio affermerebbe che i casi di coronavirus infettati ad inizio pandemia in Cina non furono solo 50.000, ma 10 volte tanto, circa 500.000.

il Centro ha rilevato infatti un’incidenza di presenza di anticorpi del 4,43%. In altre città della regione di Hubei il tasso è dello 0,44%. Wuhan ha una popolazione di 11 milioni di persone.

LEGGI ANCHE >>> Vediamo quando muori: le assurde minacce alla prima vaccinata italiana

LEGGI ANCHE >>> Vaccino, nessun rimborso per danni su effetti collaterali!

Ora è dimostrato: a Wuhan erano in 500.000 i contagiati inizialmente, 10 volte più di quelli dichiarati

Sempre più avvolte nel mistero dunque, le responsabilità del governo cinese. In settimana era trapelata un’ulteriore notizia.

Zhang Zhan, giornalista cittadina ed ex avvocato, condannata a 4 anni di prigione dal Tribunale di Shangai per aver diffuso informazioni sul diffondersi del virus venuto dalla città di Wuhan.

Il governo cinese, attuando queste restrizioni di libertà a chi il virus lo ha percepito per primo ed ha provato a raccontarne l’origine e lo sviluppo, conferma sempre di più la forma di manipolazione delle notizie messe in atto per salvaguardare la propria posizione da possibili coinvolgimenti nella diffusione di notizie riguardanti il covid.

La sentenza che ha dichiarato la colpevolezza della donna è stata delineata brevemente come fatto per aver “raccolto litigi e provocato problemi in scia alla segnalazione dei fatti iniziali della pandemia quando, nella città focolaio del virus, si parlava di “polmonite misteriosa”.

“Zhang Zhan sembrava devastata alla lettura della sentenza”, ha riferito Ren Quanniu, uno degli avvocati della difesa.

Impostazioni privacy