Sceglieva a caso le sue vittime: morto di covid il ‘mostro dei treni’

Donato Bilancia, il “killer dei treni” , è morto per delle complicazioni legate al coronavirus. È stato uno dei più sanguinari d’Italia.

Non si era mai pentito Donato Bilancia, ne aveva mai ammesso le sue colpe. Eppure è stato uno dei killer più efferati della storia d’Italia, avendo ucciso dichiaratamente 17 persone.

Era stato per questo condannato a 13 ergastoli e 16 anni per anche un tentato omicidio. Si è spento oggi nel carcere Due Palazzi di Padova.

A tradirlo e condurre le forze dell’ordine all’arresto fu un solo, fondamentale indizio: la Mercedes nera che utilizzava per tutti i suoi spostamenti.

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Sceglieva a caso le sue vittime e le freddava: morto di covid il ‘mostro dei treni’

La storia criminale di Bilancia inizia quando è ancora adolescente, con rapine e furti. Successivamente iniziano dei problemi per lui con il gioco d’azzardo, ampliati dalla tragica morte del fratello, che con il figlio piccolo di 4 anni si suicida buttandosi sotto un treno in corsa nel 1984.

Tra le sue vittime varie situazioni che portarono a Bilancia il furto di ingenti somme o il liberarsi di alcuni suoi creditori, come con Maurizio Parenti e la moglie Carla Scotto, che uccise per il debito che aveva nei loro confronti.

Ma l’omicidio più efferato di tutti avvenne sull’Intercity tra LaSpezia-Venezia, quando scassinò la porta del bagno e freddo con alcuni colpi di arma da fuoco Elisabetta Zoppelli.

Dopo altri omicidi dove ruba alle vittime vari milioni di lire, inizia la serie di delitti contro le prostitute, ai quali scamperà solo il transessuale Lorena che sarà successivamente determinante per la cattura del killer, avendo identificato la Mercedes nera sul quale viaggiava.

Sceglieva poi le sue vittime casualmente e le uccideva con feroce brutalità fino a che non è stato catturato dalle forze dell’ordine nel 1998.

Spesso Bilancia aveva richiesto delle libere uscite, ma gli era stata concessa solo una volta per andare a visitare la tomba dei genitori. Non si è mai pentito ed i medici non lo hanno mai ritenuto idoneo al risolvere i suoi molteplici “disturbi di personalità”.

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