Caso Cucchi, nuovo teste a processo riguardo i depistaggi

L’ex comandante generale dei Carabinieri Del Sette ascoltato come teste nel caso per i depistaggi sulla morte del giovane romano.

Stefano Cucchi
Fonte Facebook – Fuori dal Gregge

L’ennesima testimonianza di negligenza sul caso della morte di Stefano Cucchi, ucciso il 27 Novembre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli.

Questa volta a testimoniare è stato l’ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, il quale si è espresso con parole dure sulla faccenda, esternando a suo parere una mancanza di controlli dopo il decesso:

“Io ho comandato due compagnie romane, con migliaia di arresti. Il comandante non può verificare per ognuno cosa è stato fatto, ma dopo un fatto così grave come la morte di Stefano Cucchi a una settimana dal suo arresto, a mio giudizio le verifiche dovevano essere più approfondite”.

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Caso Cucchi, nuovo teste a processo riguardo i depistaggi avvenuti per il suo omicidio

Come “contributo alla verità processuale” Del Sette ha poi mostrato la lettera scritta di proprio pugno il 12 dicembre del 2015 riguardo una nuova perizia medico legale riguardo le lesioni subite da Cucchi: “un violentissimo pestaggio da parte di carabinieri appartenenti al comando stazione di Roma Appia”.

Del Sette, come molti, come la sorella Ilaria, voleva e ricercava la verità sulla morte del giovane: “Quel mio comunicato era rivolto all’interno dell’Arma, ma anche all’esterno. Volevo chiarire all’opinione pubblica, e in particolare alla famiglia Cucchi, quale fosse la nostra posizione. Scrissi quel comunicato di mio pugno dalla prima all’ultima riga”.

“non tutti gli aspetti di quella vicenda furono verificati in modo approfondito e con la necessaria dedizione”, come ad esempio quelli relativa alla fase dell’arresto di Cucchi, del suo mancato fotosegnalamento e al suo trasferimento in tribunale per il processo per direttissima.

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