Pescatori rapiti, i familiari infuriati con il ministro: “È vergognoso!”

Fischi dei parenti davanti alla casa del ministro Bonafede. La rabbia scaturita dopo la liberazione della nave turca “Mabouka”.

Furiosi i parenti dei pescatori di Mazara del Vallo, provincia di Trapani, dopo che la nave turca “Mabouka” è stata liberata oggi dai miliziani libici: salvo tutto l’equipaggio composto da 17 persone. La nave era stata sequestrata il 5 dicembre al largo della costa Est libica dai miliziani del generale Khalifa Haftar.

La protesta è scaturita dopo la liberazione, in quanto sono tutt’ora sotto sequestro invece, dopo circa 3 mesi, i 18 componenti italiani dei pescherecci che erano spariti nello stesso tratto di mare.

La protesta è scaturita in particolare da parte dei congiunti contro il ministro Alfonso Bonafede. “Sei incompetente! Com’e’ possibile che erano a 7 miglia da Tobruk e sono già stato liberati e noi ancora qui ad urlare da 102 giorni?”. Queste le grida di dolore di Giuseppe Giacalone, armatore di uno dei pescherecci e padre di uno dei marittimi ancora in mano ai miliziani.

Altre urla da parte di Cristina Amabilino, moglie di Bernardo Salvo:“Siamo indignati perché i nostri congiunti subiscono un trattamento diverso da quello riservato ai turchi. Mio marito e gli altri uomini erano andati a lavorare, noi tasse non ne paghiamo più. Il ministro degli Esteri ci deve riportare i nostri cari a casa, siamo indignati e disposti ad inscenare proteste estreme”

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Pescatori rapiti, i familiari infuriati per il rilascio della Mabouka

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, il quale comunica che terrà nel pomeriggio una chiamata in videoconferenza con il Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio”:

“Al ministro dirò: non c’è rabbia nei confronti suoi né del governo, ma a Mazara del Vallo abbiamo un dolore e una solitudine tremendi. Lo Stato non sembra in grado di tutelarci. Le madri, le mogli, i figli dei 18 marittimi sequestrati da Haftar vogliono solo che tornino a casa. Pregano per passare il Natale insieme. Ogni mattina ci alziamo e siamo come zombi aspettando notizie”. 

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