Covid, l’Italia pronta al vaccino ma scivola sulle siringhe

I dispositivi di iniezione scelti dal commissario Arcuri sarebbero più performanti ma non disponibili nell’immediato. Si rischia un ritardo.

Nei giorni scorsi, il governatore del Veneto Luca Zaia aveva tirato le orecchie all’Europa, accusata di arrivare tardi sul vaccino persino rispetto alla Gran Bretagna, che dall’Ue è praticamente ormai fuori. A voler guardare più in casa nostra, però, pur non essendo ancora stato dato il là ufficiale ad alcuna Big Pharma per l’inizio della vaccinazione, il ritardo potrebbe riguardare anche più nello specifico il nostro Paese.

Nelle ultime ore è infatti emerso come un ritardo nell’inizio della campagna vaccinale potrebbe essere portato dalle siringhe. Ancora più di affari già complessi come la distribuzione e la conservazione delle dosi. Gli strumenti di iniezione scelti dal commissario all’Emergenza, Domenico Arcuri, richiederebbero infatti più tempo prima di poter essere disponibili.

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Covid, l’Italia pronta al vaccino ma scivola sulle siringhe: “Ancora non disponibili”

La questione è emersa durante la trasmissione Tagadà, su La7, dove Antonio Masseroni, il responsabile dell’azienda Pentaferte, nel Teramano, avrebbe precisato come le siringhe scelte da Arcuri siano un prodotto di alta qualità. Ma anche come la sua disponibilità potrebbe non arrivare prima di tre mesi. Un tempo sostanziale in una fase in cui al vaccino si guarda con speranza e, soprattutto, con impazienza.

Oltre alle tempistiche più lunghe, anche i costi sarebbero più elevati, proprio in virtù della migliore qualità del prodotto. “L’Italia – ha spiegato Masseroni – ci ha chiesto 157 milioni di siringhe che invece si avvitano, di un tipo indubbiamente più performante ma anche più costoso, meno reperibile e inusuale per la somministrazione dei vaccini. L’ordine è partito da poco, non potremo avviare la produzione prima di due-tre mesi”.

Diverso, ad esempio, il caso della Francia che avrebbe chiesto siringhe standard e che sarebbero già in produzione. Ma anche altri Paesi, come Germania e Spagna, si starebbero orientando su siringhe di questo tipo. I 150 milioni circa di campioni richiesti dall’Italia, invece, potrebbero arrivare addirittura dopo le prime dosi di vaccino. Creando una forbice di un paio di possibili mesi per iniziare concretamente a somministrarle.

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