Strage del Circeo: “Lo Stato è complice!” Le vittime gridano giustizia

Dopo 45 anni la strage del Circeo chiede ancora conto dell’orrore, le famiglie delle vittime non dimenticano e accusano.

Strage Circeo
Strage circeo (Facebook)

Una vicenda che tutti vorremmo dimenticare, fatta d’orrore, abusi, violenze, sevizie, assassinii e tanta giustizia malata, complice in parte di una tragedia consumatasi negli anni, che ha portato d fatto alla morte di due giovani donne, nel 1975 all’epoca dei fatti e poi dopo nel 2005. Due morti, avvenute in tempi diversi, ma legate alla stessa tragedia umana, e all’opera mostruosa di tre individui senza alcuno scrupolo, figli di chissà quale idea e di quale ideale, mostri, ancora una volta, perchè consapevoli e convinti del massacro che andavano perpetuando.

Al Circeo, tre ragazzi, Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, si ritrovano nella villa di uno dei tre con due ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Le ragazze nemmeno ventenni credono di partecipare ad una festa, ed invece sono sequestrate, seviziate e violentate per un giorno e più, e poi abbandonate in città, nel cofano di un’automobile. Donatella riesce a richiamare l’attenzione su di se e si salva, Rosaria muore per tutto ciò che ha subito.

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Strage del Circeo: cosa ha fatto la giustizia?

Dei tre, uno scappa, Andrea Ghira, mai più consegnato alla giustizia, morto in Spagna. Gli altri due sono presi, condannati, poi uno dei due scappa e dopo molti anni in regime di semilibertà uccide la madre e la figlia di Donatella, che morirà dopo poco, per un tumore. Torna dentro, la tragedia si è consumata ancora una volta, dopo trent’anni. Ghira è fuggito, morendo di fatto da impunito, gli altri hanno comunque fatto il loro comodo, pur scontando pene di fatto, leggere.

Oggi le famiglie delle vittime non possono più aspettare, dicono basta e si rivolgono alla Corte Europea per chiedere conto allo Stato italiano, complice delle tragedie perchè non capace di assicurare alla giustizia tra balordi assassini. Nella speranza che stavolta, pur se simbolicamente, la giustizia possa trionfare.

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