Coronavirus: “Non abbiamo più posti”, la disperazione del sindaco di Varese

Il sindaco della città lombarda ha dichiarato tutta la sua preoccupazione circa la situazione degli ospedali locali.

Terapia intensiva
Terapia intensiva (Facebook)

Una delle regioni maggiormente colpite dall’attuale epidemia di Covid19 è certamente la Lombardia, i dati, gli ultimi dati circa la situazione in regione, sono molto preoccupanti, se si considera che la regione in parte ha già vissuto la drammatica esperienza dei contagi incontrollati e dei morti, tanti morti che hanno segnato la vita di migliaia e migliaia di cittadini. La situazione attuale, parla di numeri molto alti, per ciò che riguarda contagi e morti.

Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, si è espresso in queste ore proprio per dare testimonianza di quanto la situazione nel suo comune ed in quelli limitrofi sia peggiorata negli ultimi giorni. Gli ospedali rischiano il collasso, considerato l’alto numero di richieste di ricoveri, e non si sa bene quanto tempo ancora le strutture ospedaliere del comune e dei comuni vicini possano ancora resistere, prima che si inizino a vedere i risultati del lockdown imposto alla regione.

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Coronavirus: “Non abbiamo più posti”, la realtà che spaventa gli amministratori pubblici

Negli ultimi giorni si è assistiti ad una sorta di battaglia, spesso mediatica, tra amministratori pubblici, medici ed esperti del settore sanitario. C’è chi vede l’epidemia in un modo, chi in un’altra, chi un’altra ancora, generando tra la popolazione sempre più ansia e preoccupazione. Il punto di vista dell’amministratore pubblico, cosi come nel caso di Galimberti, è puntato chiaramente sulla gestione dei posti disponibili in ospedale e sull’ipotesi che potrebbero presto non bastare.

Ogni esperto, ogni rappresentante di una categoria, racconta la sua di preoccupazione, versioni che però non sempre coincidono e che non sempre hanno lo stesso fine, generando, come detto, dubbi e perplessità tra i cittadini, con il risultato che ancora una volta si dovrà ricorrere a metodi estremi.

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