Tredici anni senza Gabriele Sandri: “Non esiste un inizio, non esiste una fine”

L’11 novembre 2007 perdeva la vita Gabriele Sandri tifoso della Lazio ucciso dall’uso improprio di arma da fuoco da parte dell’agente di Polizia Stradale Luigi Spaccarotella 

Gabriele Sandri

Il tempo può aiutare a rendere meno dolorosi certi avvenimenti, ma non li può eliminare del tutto. Sono già passati 13 anni dalla tragica morte di Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, ucciso da uno sparo fuoriuscito dalla pistola dell’agente di Polizia Stradale Luigi Spaccarotella presso la stazione la stazione di servizio di Badia al Pino. 

Era in viaggio con gli amici verso Milano, per seguire la sua squadra del cuore impegnata a San Siro contro l’Inter. Stava dormendo in macchina dopo una notte passata in discoteca a suonare. Il calcio e la musica erano le sue più grandi passioni. Proprio mentre le inseguiva si è visto privare del bene più grande: la vita.

A prescindere dalla brutalità di quanto accaduto, “Gabbo” così veniva chiamato da amici e fan, ha lasciato in dote un’eredità importante. Ha unito i tifosi di tutta Italia sotto un’unica bandiera. Per questo ogni anno sono molteplici gli attestati di affetto in suo ricordo.

Naturalmente i tifosi della Lazio sono quelli che hanno preso più a cuore la questione e oltre a ricordarlo quotidianamente con striscioni e cori da stadio, ogni anno tappezzano la città Eterna (in particolar modo la Balduina, quartiere in cui viveva) con scritte e manifesti in cui viene raffigurato il suo volto sorridente.

Sì, perché quel viso sempre gioioso e allegro non può e non deve essere dimenticato. Quest’anno in occasione del 13esimo anniversario della sua scomparsa gli ultras della curva nord biancoceleste hanno esposto uno striscione molto toccante ai piedi del Museo della Civiltà Romana in zona EUR: “Non esiste un inizio, non esiste una fine. Gabriele vive”.

LEGGI ANCHE >>> Lutto nel mondo del calcio: Vincenzo Montella perde papà Nicola

Gabriele Sandri, quella verità mai pienamente riportata

L’altra faccia della medaglia è quella di una comunicazione piuttosto distorta in merito alla questione. La sentenza definitiva della Cassazione ha condannato l’agente Luigi Spaccarotella a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario.

Nonostante ciò negli anni questo aspetto è passato praticamente sempre in secondo piano. Anzi, in alcuni casi soprattutto nei primissimi anni, è stato fatto passare come un tragico incidente. Non è stato così, anche perché il tanto decantato sparo in aria non c’è mai stato.

Gabriele Sandri è stato ucciso e strappato alla vita ad appena 28 anni. Un dato inoppugnabile che non può più essere nascosto, seppur faccia male. Una morte che deve essere presa come monito, “mai più 11 novembre, mai…”

LEGGI ANCHE >>> Vincenzo Paparelli, 40 anni fa la morte più assurda del mondo del calcio

Gestione cookie