Bollettino coronavirus 5 novembre: aumenta tutto quello che non dovrebbe

Il provvedimento del Governo ancora una volta ha dato il via a critiche ed aspre riflessioni, mentre la situazione resta delicata.

Terapia intensiva
Terapia intensiva (Facebook)

Il nuovo dpcm ha sortito subito i primi effetti. Il nuovo provvedimento, ufficializzato dal premier Conte nella serata di ieri ha di sicuro fatto in modo che regioni e Governo iniziassero una battaglia istituzionale complessa e dura nei toni, qualcosa alla quale finora non si era ancora assistiti, e che , proprio in questa delicata fase d’emergenza sanitaria per il nostro paese, poteva essere di certo evitata.

Le ragioni dei dissidi nascono dalla divisione del paese nelle ormai famigerate fasce colorate, o zone, o come vogliamo chiamarle. Li c’è tutto lo scontro. Decisioni apparentemente inique, numeri apparentemente non presi in considerazione nella loro pienezza ed anche nella loro realistica funzione, incongruenze tanto evidenti da sembrare quasi irrealistiche, al punto da interrogarsi sui propri dubbi.

Coronavirus bollettino del 5 novembre: tutti i dati dei contagi

Aumentano i decessi e aumentano i ricoveri in terapia intensiva: è allarme.

Sono 34.505 i nuovi contagiati da Covid-19 nelle ultime 24 ore con 219.884 tamponi effettuati. I morti sono 445. Aumenta anche il numero delle terapie intensive (+99) e dei ricoveri ordinari (+1.140). Sono 23.256 le persone ricoverate nei reparti Covid-19, mentre sono 2.391 quelle in terapia intensiva. Record dei tamponi, 219.884, quando ieri ne erano stati processati 211.831.

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Bollettino coronavirus 5 novembre: la suddivisione del territorio non convince

I governatori in alcuni casi non hanno accettato i provvedimenti dell’esecutivo, non rispecchiano secondo loro l’attuale realtà dei fatti. I numeri secondo ciò che vediamo, dicono altro, ma è lecito pensare che esistano altre ragioni che hanno spinto il Governo ad agire in questo modo. Resta di fatto la condizione di alcuni territori, di nuovo sotto totale chiusura, come a marzo, come si pensava non si dovesse più vivere.

E invece quella condizione è tornata, ed oggi, con la curva di contagi non ancora tendente alla discesa la situazione sembra dirci che presto altri territori potrebbero essere soggetti alla stessa chiusura. Perchè la suddivisione di cui si parlava, è provvisoria, e terrà conto ovviamente di eventuali scenari imprevisti. Ci tocca sperare quindi, ancora una volta.

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