Deborah: “Vi spiego cosa vuol dire sposare un infiltrato”

Gianfranco, suo marito, è il primo civile infiltrato nei Narcos. Deborah spiega quanto sia difficile stargli accanto.

Deborah: "Vi spiego com'è sposare un infiltrato"
Gianfranco Franciosi (Fonte foto: web)

Gli orologi del diavolo, è il libro in cui Gianfranco Franciosi, un civile che per nove anni si è infiltrato nei narcos, racconta tutta la vicenda che per quattro anni ha fatto parte della sua vita.

Senza Deborah, sua moglie, tutto ciò non sarebbe stato possibile, come si percepisce dall’intervista di vanityfair.it, alla donna. L’uomo, un meccanico ligure, si è finto un narcotrafficante riuscendo a far stoppare il passaggio di tonnellate di cocaina, facendo arrestare decine di narcos.

Dal 2005 al 2014, Gianfranco, che di Deborah ha scritto: “Deborah non piange. In tutti questi mesi non l’ho mai vista versare una lacrima”; ha segnalato spostamenti, ricordi, date dei criminali sudamericani, ed ora, sua moglie confessa: Tanta gente ci vuole morti.

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La moglie dell’infiltrato: “Non mi ero mai accorta di niente”

Polizia incendia droga (Fonte foto: Getty Images)

Deborah e Gianni si conobbero quando lei aveva 18 anni e lui 15, lui aveva una cotta per Deborah, ma poi la vita gli fece prendere strade diverse. Si sono incontrati dopo anni per caso in un supermercato, si sono salutati, ma lei nemmeno lontanamente immaginava, chi fosse diventato oggi “Giannino”, come lei lo chiama ancora oggi.

Quando iniziarono a frequentarsi, a lei non importava cosa facesse lui per vivere, lo ammette la stessa donna: “Mi sono innamorata. Certo ero stupita dal suo stile di vita: aveva abiti firmati, macchine di lusso, teneva i soldi appallottolati in tasca. Ma non mi interessava: i suoi affari non mi riguardavano. Le cose sono cambiate quando lui si è offerto di aiutare me e i bambini”. Poi però, visto che Gianfranco in una sera dove lei gli aveva chiesto di tutto, continuava a non essere chiaro, Deborah decise di allontanarsi.

Caso volle che l’ex marito di lei, attirandola in una trappola, dopo pochi giorni la riempì di botte, rischiando di ucciderla. Allora Gianni non potè non correre da lei in ospedale e segretamente, ascoltò anche le telefonate tra la donna e l’ex marito per capire quanto fosse pericoloso. Appena lei sta meglio però, la fa convocare con una scusa nella questura di Genova, dove lei crede di andare per testimoniare dell’aggressione ricevuta. Vede però sui muri foto strane, polizia che sequestra droga, si chiede se quelle foto le abbia già viste da qualche parte.Certo che l’hai già vista, quello con il passamontagna sono io, le disse l’attuale marito, e lei confessa di essersi detta:c***o non mi sono accorta di niente“.

Da quando diventò la donna di un infiltrato, confessa la donna, fu come essere un’infiltrata. Mentire continuamente, fingere di non sapere nulla, un giorno lei fece persino da autista a dei narcotrafficanti. Deborah però ricorda anche quella notte del 2011 dove le comunicarono che restare in Liguria era diventato troppo pericoloso: “Quella notte, in poche ore, ho dovuto insegnare ai miei figli a mentire, – spiega lei – a recitare, a saper costruire delle finte amicizie, a non svelare mai chi erano, da dove venivano, perché erano lì. Gli abbiamo dovuto sfasciare la vita”.

Dopo anni di difficoltà e bugie, ciò che oggi rende ancora peggiore la vita di Deborah e della sua famiglia, è il totale abbandono da parte dello Stato. Alle 13.21 del 22 aprile 2013 tutta la famiglia esce dal programma di protezione. A cercarli, non sono solo famiglie ed amici, ma anche i narcos, che vogliono la loro vita. E non solo, i clienti della loro ditta ora li hanno querelati per essere spariti nel nulla. In più, la donna racconta che poco tempo fa, furono trovati proiettili sull’auto di famiglia. Un avvertimento, ma Gianni e lei provvedono alla loro sicurezza da soli, abbandonati da tutti.

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