Dal sonno alla morte: infermiere uccide lo zio malato terminale

Ha somministrato allo zio malato terminale, una dose talmente alta di sedativi da ucciderlo: sembra lo abbia fatto di proposito.

E’ stato trovato a casa dove ora si trova agli arresti domiciliari. Sembra volesse scappare ma ha desistito, oppure la Polizia, che lo seguiva con il Gps, lo ha trovato prima. Una vicenda ancora tinta di giallo anche se le dinamiche farebbero pensare ad un omicidio per pietà. Lo zio di 87 anni era malato terminale, viveva solo perché sottoposto a ventilazione polmonare meccanica. E gli somministravano sedativi per farlo dormire.

Il nipote, che è infermiere, ha alterato quelle dosi di sonnifero, le ha aumentate, fino a fare morire l’anziano parente. Ora i carabinieri stanno cercando di capire se dietro al gesto del 49enne ci sia stato un disegno premeditato, oppure se si sia trattato di pietà per uno zio che non aveva più nessuna speranza di svegliarsi e che soffriva. Tecnicamente, per gli investigatori, non cambia: un uomo è stato ucciso, ma per la legge molte cose possono cambiare anche alla luce della recente giurisprudenza relativa a casi di suicidio assistito.

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Dal sonno alla morte, infermiere uccide lo zio malato terminale: aveva pensato di fuggire ma ha desistito

L’anziano 87enne deceduto era ricoverato all’Ospedale Salvini di Garbagnate. Un medico aveva presentato denuncia: secondo lui la vittima aveva probabilmente ricevuto, negli ultimi giorni di vita, una dose particolarmente elevata di sedativi ed era stato possibile solo con la manomissione del macchinario.

Altri infermieri hanno raccontato di aver visto un uomo accanto al malato in quei giorni. Le indagini con l’analisi dei filmati di videosorveglianza e dei tabulati telefonici dell’utenza dell’uomo, sono poi arrivate al nipote, infermiere professionale e operatore di rianimazione. Solo lui era presente nella camera ed era l’unico ad avere il pass per visitarlo, in base alle restrizioni all’accesso dovute alla diffusione del Covid 19. Il 49enne aveva anche pensato di fuggire raggiungendo l’aeroporto di Linate ma aveva rinunciato.

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