Il Collezionista di ceneri e foto defunti: “ne ho rubate 375, esposte con le cornici”

Macabra storia con al centro un necrofilo che rubava ceneri e foto di defunte nei cimiteri. Ora rischia il processo. Le sue parole inquietanti.

elena aubry morì nel 2018 con la sua moto sulle strade dissestate di roma

Sembra un film horror e invece è tutto vero perché è stato lo stesso protagonista a confessarlo. Elena Aubry morì in un incidente stradale nel 2018 sulle strade dissestate di Roma. Poco tempo dopo il funerale sparirono dal cimitero del Verano le sue ceneri e la madre lanciò un appello disperato perché la aiutassero a ritrovarle. E sono state ritrovate: insieme ad altre 374 tra immaginette e ceneri: a casa di un necrofilo che – dicono – non è nemmeno pazzo.

Secondo gli inquirenti, il 48enne reo confesso si sarebbe macchiato di ben 375 profanazioni. Trovato anche un taccuino con i dati delle tombe violate e delle foto sottratte alle lapidi. Per me è come una droga, non riesco a fermarmi: devo rubarle” –ha detto l’uomo.

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Il Collezionista di ceneri e foto defunti: “sono tutte incorniciate, non riesco a farne a meno”

Sarà difficile spiegare ai parenti dei defunti che la sua è una perversione e compulsione di cui non riesce a fare a meno. Il 48enne prediligeva le immagini delle defunte ma, come nel caso di Elena Aubry, rubava anche le ceneri, tutto quello che rimane alle famiglie per piangere la persona scomparsa.

Nel suo diario segreto, il 48enne annotava la data precisa del furto delle ceneri: “4.3.20 Presa Elena Aubry. Nata 28.10.1992 Morta 6.5.2018”. L’elenco scoperto nell’agenda del necrofilo è molto lungo e contiene i dati di giovani donne decedute anche cinquant’anni fa. “Le immagini più belle le tenevo esposte, con le cornici. Per me erano sacre”. E come riusciva a rubare? “Sceglievo giorni e orari e portavo, come escamotage, cibo per gatti tra le tombe”.

Ora il 48enne potrebbe finire a processo per le accuse di violazione di sepolcro, vilipendio di tomba, sottrazione e occultamento di cadavere per le ceneri di Aubry, ma anche della ricettazione delle centinaia foto di ragazze morte. Dietro al suo gesto non ci sarebbe alcuna malattia mentale, secondo la perizia psichiatrica.

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