Coronavirus, le parole di Ricciardi: “Solo il lockdown può fermare il contagio”

Walter Ricciardi, dice ancora la sua in merito alla drammatica situazione dei contagi che da settimana attanaglia il nostro paese, la soluzione secondo lui è soltanto una.

Professore ordinario di igiene, all’Università Cattolica e consigliere del Ministro dell Salute, Roberto Speranza, Walter Ricciardi, cosi come negli ultimi suoi interventi in merito, ha le idee abbastanza chiare. Nessuna mezza misura fermerà il contagio, ne allenterà l’ascesa del virus. L’unica soluzione è il lockdown, netto, convinto, totale. Solo in questo modo, secondo Speranza, si andrebbe realmente nella direzione di un effettivo calo dei contagi.

Intervenuto in modalità virtuale ad un convegno svoltosi a Veronafiere, il professore ha quindi tracciato la via. L’unica secondo la sua idea, e secondo alcuni studi degli ultimi mesi, a dare certezze circa il reale contrasto al virus ed alla sua diffusione. Purtroppo, secondo Ricciardi, non esistono al momento altre soluzioni che possano essere alternative al lockdown totale. Bisogna chiudere ogni cosa, solo cosi cambierà davvero qualcosa.

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Coronavirus, le parole di Ricciardi: “Solo il lockdown può fermare il contagio”, lo scenario drammatico descritto

In questi giorni di folli proteste da parte di commercianti, piccoli imprenditori e comuni cittadini, contro le ultime misure prese dall’esecutivo in merito alla prevenzione da contagio, certe parole fanno ancora più rumore. Se si considera cosa sta succedendo dopo l’annuncio di provvedimenti parziali, si potrà immaginare quello che succederebbe all’annuncio di eventuali provvedimenti di chiusura totale. Una vera e propria sommossa.

Secondo Ricciardi, la chiusura di scuole, l’attivazione dello smartworking totale, una diversa gestione dei sistemi di trasporto pubblico, ed altre misure concrete, porteranno ad una rapida discesa dei contagi, è scientifico, è certo, secondo il professore. Niente di più semplice sulla carta, ma dannatamente complesso da mettere in pratica, ancora una volta.

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