Mafia, commercianti dicono no al pizzo: 20 arresti nel clan

Il coraggio dei commercianti ha permesso alle forze dell’ordine di stringere il cerchio intorno a 20 mafiosi, finiti ora dietro le sbarre.

Pizzo
Pizzo (Facebook)

I commercianti di Borgo Vecchio, quartiere di Palermo, hanno detto basta al sopruso, alla violenza, alle continue intimidazioni. Tutto questo hanno dovuto sopportare per anni, in silenzio, bloccati dalla paura che qualcosa potesse capitare a loro o ai propri cari. Poi il limite, la consapevolezza che la situazione potrebbe non cambiare mai, e cosi la denuncia, ai loro estorsori, ai loro carnefici, contro quelli che ormai non li facevano più dormire la notte.

Hanno denunciato i commercianti, si sono rivolti alle forze dell’ordine, e nel corso delle operazioni 20 malviventi, sono stati arrestati, tutti riconducibili al clan che controlla il quartiere, colpevoli di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, furto e ricettazione, tentato omicidio aggravato ed estorsione e danneggiamento. Decisive in quasi tutti gli arresti, le testimonianze dei coraggiosi commercianti.

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Mafia, commercianti dicono no al pizzo: le reazioni

Incredibili fatti emergono poi dalle intercettazioni ai boss arrestati. Uno di loro consigliava ad un noto neomelodico della zona, di tatuarsi i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per depistare ogni possibile idea di coinvolgimento tra lui e la criminalità organizzata. Questo e tanto altro hanno spinto le forze dell’ordine a mettere dietro le sbarre gli accusati. Una storia di coraggio e paura che viene da una terra martoriata dal sopruso dei prepotenti.

Come era successo a Valeria Grasso, tormentata dalle richieste di pizzo, che un giorno ha deciso di dire basta, ed ha smesso di accontentare i suoi aguzzini. Ha cambiato vita, cambiato abitudini, per l’amore per i propri figli, per l’amore per la libertà. Valeria ha detto basta, e nonostante tutto, è spesso vittima di indegni atti intimidatori.

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