Ragazzo 25enne chiuso in casa da 7 anni: come lui altre 100mila persone in Italia

Marco Brocca si è barricato nella sua cameretta da quando ha compiuto 18 anni e comunica con il mondo tramite un pc. Alla base di questo suo disagio una patologia antiestetica 

Marco Brocca

Si chiamano Hikikomori che in giapponese significa “stare in disparte”. Sono coloro che hanno deciso drasticamente di non voler avere più una vita sociale preferendo rimanere presso la propria abitazione o addirittura barricati in camera da letto.

È il caso di Marco Brocca 25enne che non esce dalla sua stanza da quando aveva 18 anni. La sua finestra sul mondo è un pc attraverso il quale comunica con le poche persone di cui si fida.

Non si tratta di una decisione presa in maniera razionale, bensì è il risultato di un disturbo psicologico derivanti da situazioni del passato. Marco ad esempio soffre di dermatite cronica e per via di ciò è costretto a grattarsi di continuo fino ad arrivare a sanguinare.

A scuola però anziché capire il suo problema hanno iniziato a bersagliarlo dandogli del lebbroso e dello zombie. Secondo la famiglia, in particolar modo il padre questo è l’effetto dei vaccini obbligatori somministrati da bambino. A prescindere da ciò il ragazzo si è chiuso in se stesso decidendo di rinunciare ai contatti con l’esterno.

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Marco Brocca, uno dei tanti esempi di Hikikomori

Intervenuto in alcune trasmissioni televisive ha dichiarato di non essere felice e che questa condizione porta a diventare una sorta di vegetale.

Nonostante tutto però, Marco è riuscito ad imparare diverse lingue straniere da autodidatta e guadagna qualcosina fornendo consulenze online per alcuni videogiochi. Inoltre, negli ultimi la situazione è sensibilmente migliorata: ha intrapreso un percorso terapeutico e sporadicamente incontra qualche amico. 

Ma cosa spinge le persone a “diventare” hikikomori? Ovviamente non si può considerare una scelta, ma è il frutto delle angherie e delle mancanze che si possono subire in età adolescenziale e che portano ad una chiusura in se stessi talvolta in maniera persistente.

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